BLOG

Evviva le favole, oggi tocca a Bergoglio populista. Peccato non sia vero!

Giornalista e saggista
Evviva le favole, oggi tocca a Bergoglio populista. Peccato non sia vero!

Attenzione attenzione! Domenica 14 La Repubblica ha recensito due libri, di cui uno, in poche righe. Ma di questo, l’autrice dell’articolo, è sicura di averlo letto?

Perché si tratta del libro di Zanatta, docente universitario a Bologna, che propaga la falsa tesi secondo cui c’è un filo conduttore populista tra i gesuiti dell’America Latina, che parte con le “reducciones” (Paraguay, Argentina, Brasile, Uruguay, Bolivia tra il XVII e il XVIII secolo)  e arriva fino a Bergoglio passando per Peron, Chavez, Fidel Castro. Boom!.

La tesi di Bergoglio populista era stata da me stroncata – fatti alla mano – su Il Riformista ad agosto. Ma si sa, non basta. Le fasulle teorie rinascono. Però stavolta è troppo: non basta scrivere un libro per dimostrare una tesi, specie se è costruita a tavolino. E farsi volere bene da editori ed autori parlando in positivo e a tutti i costi di un libro poco accurato, non è un bel servizio ai lettori.

Oltre ad invitare alla lettura integrale del mio articolo, ecco per sommi capi la questione:

Ammettiamo per un momento che il «populismo gesuita» esista davvero e che Bergoglio ne sia imbevuto. Allora perché non citare mai nemmeno una volta, per striscio o per sbaglio, i teologi argentini che hanno centrato la loro riflessione sulla «teologia del popolo»? Intendo Carlos Maria Galli, Lucio Gera, Juan Carlos Scannone, solo per citarne tre. Non sono pericolosi populisti al servizio di Peron bensi teologi di spessore che hanno influito in maniera consistente sullo sviluppo di una linea teologica non schierata politicamente. E infatti Zanatta non ne parla, perché distruggerebbero la tesi precostituita e ossessivamente ribadita: il populismo è gesuita.

Ammesso (e non concesso) che sia vero il legame diretto tra populismo gesuita, populismo politico, Bergoglio (il cui peronismo, scrive Zanatta, «è naturale proiezione secolare della sua fede»; addirittura!…), in che modo troviamo questo legame nei discorsi di Papa Francesco? Dove è che Papa Francesco scrive o fa intendere che il sano e puro popolo latinoamericano e la sua cultura cristiana sono vittime designate del colonialismo ideologico e del libero commercio, cioè Usa, Occidente, razionalità illuminista?
E qui viene il bello. Nei discorsi di Papa Francesco non c’è traccia. Prendiamo come riferimento il discorso del 9 luglio 2015, a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), rivolto al Secondo Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari. Una platea ideale per scatenare il populismo gesuitico-papale, o no?

La Chiesa, diceva Papa Francesco in quel discorso, «non può e non deve essere aliena da questo processo nell’annunciare il Vangelo. Molti sacerdoti e operatori pastorali svolgono un compito enorme accompagnando e promuovendo gli esclusi di tutto il mondo, al fianco di cooperative, sostenendo l’imprenditorialità, costruendo alloggi, lavorando con abnegazione nel campo della salute, dello sport e dell’educazione. Sono convinto che la collaborazione rispettosa con i movimenti popolari può potenziare questi sforzi e rafforzare i processi di cambiamento». Non sembra populismo.

E poi gli errori veri e propri nel libro: la descrizione della teologia della liberazione, attribuzioni sbagliate (tipo Helder Camara propugnatore della teologia della liberazione, cosa tutt’altro che vera…) e così discorrendo.

Riaffermo la conclusione di quell’articolo: la tesi di fondo del libro viene declinata in maniera ideologica e sbagliata. E stupisce che una pubblicazione siffatta abbia trovato un Editore italiano così prestigioso, che pochi anni or sono aveva consulenti ben preparati sulle tematiche della religione e della Chiesa cattolica. Forse sono andati in pensione. Occorrerebbe richiamarli in servizio per evitare altre scivolate. Perché un conto sono le idee, ben diverso, come in questo caso, voler appoggiare una tesi precostituita, prendendo posizione nella polarizzazione ecclesiale in corso, senza dirlo apertamente, rendendo un pessimo servizio ai lettori.

RIFOCAST - Il podcast de Il Riformista

SCOPRI TUTTI GLI AUTORI