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Finti sold out e i nuovi Pinocchio

Avvocato, Giornalista Pubblicista e Presidente "Consiglio per la Parità di Genere"
Finti sold out e i nuovi Pinocchio

Sold out” è la parola chiave denunciata in questi giorni da Selvaggia Lucarelli, Federico Zampaglione e Antonello Venditti contro l’industria musicale italiana che, per raccogliere introiti lì dove un tempo bastavano le vendite dei dischi, parrebbe (il condizionale è d’obbligo) spinga i cantanti più o meno emergenti verso concerti dall’improbabile pienone (che poi vengono svenduti in prossimità di data o addirittura i costi messi a carico degli artisti stessi). E così proliferano date, sorrisi, selfie e orgogli pompati dai media che seguono e alimentano ciecamente l’aurea di questo o quel cantante. Neppure dire che i social sono poi una cassa di risonanza sempre più artefatta di autocelebrazioni confezionate ad hoc. Per i dettagli dell’inchiesta vi rimando alla Lucarelli, per le voci “fuori dal coro” agli altri due artisti citati.

Qui voglio invece entrare nel merito della finzione performante che ammorba un mercato popolato da giovanissimi, tanto chi si esibisce che chi li segue, tutti dopati dal “successo”, dai “soldi”, dai “privilegi” perdendo d’occhio che una cosa è l’obiettivo (raggiunto con poche probabilità in anni), un’altra è la gavetta. Un inganno orchestrato da quegli esperti che in altri anni tentavano (anche) di cresce i nuovi talenti, ora invece c’è la malattia del soldo fatto velocemente anche a costo di bruciare l’artista e se lo streaming ha infiacchito le vendite, i concerti diventano le nuove galline dalle uova d’oro. Così i fan credono che basti avere una voce carina e una bella presenza per emergere e gli artisti, cotti nell’adulazione, finiscono per crederci. Una rivisitazione del Gatto e la Volpe di Collodi dove il solito Pinocchio, fra due furbi adescatori, ci casca ingenuamente, sprovvisto di quello scudo di esperienze necessario per proteggersi.

E se le saggezze antiche non piacciono più (“nella vita non esistono scorciatoie”), e se gli approfittatori e gli approfittati hanno nome e cognome, vien da chiedersi qual è il ruolo di tutti gli altri coprotagonisti di questo mondo discografico che dubito siano cascati dalle nuvole alla lettura dell’inchiesta sollevata. Così, mentre ora assisteremo al solito fuggi-fuggi e scarico di responsabilità di chi “non sapeva nulla”, in mezzo restano loro: i più fragili, i più giovani. Gli illusi da questo mondo doloso e ingannevole che noi adulti gli abbiamo preparato.

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