Una giovane filosofa viene ingaggiata nello staff del sindaco di Lione per aiutare la politica a “pensare”. É questa, in estrema sintesi, la trama di un delizioso Film francese “Alice e il sindaco”, concepito e uscito nelle sale cinematografiche alla vigilia della dell’epidemia da coronavirus.
Oggi, in piena pandemia, tutti noi abbiamo ancora più bisogno della filosofia per avere idee e governare un periodo storico di “trasformazione” dell’umanità. Qualche giorno fa abbiamo celebrato la Giornata Mondiale della Filosofia e seguito una interessante iniziativa della Fondazione De Sanctis “ Pensare il presente”, organizzata per l’occasione. Ci sono delle questioni fondamentali di cui occuparci in questa epoca.
In primis, é da riprendere il legame stretto tra filosofia e scienza, come era nell’antica Grecia. Poi, in un tempo in cui discutiamo di provvedimenti che limitano la libertá personale, diventa impellente per i popoli tornare ad impadronirsi del cammino democratico, ad essere innamorati della democrazia, desiderarla.
Inoltre é necessario costruire comunità per vivere pienamente il potere come un’autorità orizzontale. Infatti, mentre nella seconda ondata del coronavirus sembra smarrirsi il senso del Noi, dobbiamo, al contrario, rifondare un’ ontologia dell’alterità, della prossimità, riflettendo anche sulle nostre manifestazioni edonistiche della vita. La terribile esperienza dell’infezione deve imporci di riflettere sulla nostra soggettività relazionale, e sull’importanza della “ cura” nella vita pubblica, che assume una priorità esistenziale.
Dovremmo sentirci un pò tutti come “il cuore pensante della baracca”, come affermava Etty Hillesum nel campo di concentramento tedesco. E qui noi politici possiamo essere aiutati tanto dal pensiero filosofico femminile.
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