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I governi hanno bisogno di tecnici o di politici?

I governi hanno bisogno di tecnici o di politici?

Quando un governo entra nel vicolo cieco della non decisione, quando i politici sono tutti ladri o quando sono tutti incapaci di risolvere i problemi del Paese, si fa appello al tecnico, il salvatore della patria. Una figura alla quale si riconosce una levatura etica superiore. Viene percepita come lontana dai giochi oscuri della politica, dal magna-magna, dalla inadeguatezza. Una scelta che si fonda su un presupposto: fare il banchiere o l’avvocato è un mestiere che richiede una competenza specifica, mentre fare il politico è piuttosto un passatempo da miracolati e maneggioni. Un’argomentazione che ha avuto una sua stagione felice in Italia e che ha portato all’esasperazione di prendere personaggi che facevano i mestieri più disparati per farli diventare onorevole, senatore, ministro. Ricorda la fiaba della bella principessa che rifiuta tutti i pretendenti e poi un sortilegio la fa innamorare del primo che passa con le orecchie di asino.

Su questo argomento abbiamo avuto una conversazione per PRIMOPIANOSCALAc di Telos A&S con Federico Freni, avvocato, professore universitario e Sottosegretario di Stato dell’Economia e delle Finanze. “Di solito la distinzione tra tecnici e politici viene usata per rimarcare la capacità dei tecnici a fronte della presunta incapacità dei politici. […] Non ho mai creduto alla regola che ‘uno vale uno’ meno che mai in politica. Occorre, anzitutto, studiare e, soprattutto, serve molta umiltà: parlare a sproposito di temi che non si conoscono o che non si sono adeguatamente approfonditi può essere dannoso. Quindi, per concludere, spero che questa distinzione si affievolisca sempre più, perché sono consapevole che un tecnico puro non capirà mai le ragioni e le dinamiche della politica, ma ho la sicura speranza che un buon politico possa avere (anzi debba avere) anche adeguate competenze tecniche”.

Da lobbista, posso testimoniare che lo studio e l’umiltà hanno trasformato alcuni dei politici improvvisati in figure più che adeguate al proprio ruolo. Una trasformazione però che è avvenuta in corsa, quando avrebbe dovuto essere una precondizione. Per contro, è anche vero che i tecnici possono, e sono spesso diventati figure più politiche dei politici. Rimane da capire se gli italiani sono ancora attratti dalla “verginità” dell’addetto ai lavori. Un banco di prova importante lo avremo prestissimo: il 25 settembre è dietro l’angolo.

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