La questione delle concessioni balneari di cui si discute in questi giorni ci porta a chiederci se le lobby siano pro o contro la libera concorrenza. Dai titoli dei giornali, dove si parla di “lobby del mare” o “lobby dei bagni”, sembrerebbe che la rappresentanza degli interessi sia un fenomeno a senso unico. Da una parte, una categoria che punta i piedi, perché non vuole mollare tanti piccoli monopòli e, dall’altra, lo Stato, con i suoi rappresentanti, che cerca un punto di negoziazione. I cittadini sono in mezzo, confusi tra il desiderio di non sborsare più l’equivalente del costo giornaliero di un affitto di un appartamento di 70 metri quadri per un ombrellone e due lettini e la paura che lo smantellamento di un privilegio induca un effetto domino dal quale nessuno è escluso e si salvi chi può.
È bene ricordare che il sistema è sano quando tutti gli interessi vengono rappresentati in modo organizzato. Ne abbiamo parlato con Luca Germano, professore di Scienza Politica all’Università Roma 3, per la video-rubrica di Telos A&S Lobby Non Olet: “Sicuramente Lobby Non Olet proprio perché avere una maggiore rappresentanza di interessi e una possibilità da parte di più gruppi di rappresentare le proprie istanze è sicuramente un vantaggio per la democrazia” commenta il professor Germano.
Dunque più lobby significa più democrazia e anche più concorrenza. In questo quadro, hanno ragione di esistere le argomentazioni di Assobalneari, l’associazione di categoria degli stabilimenti, che ricorda gli investimenti fatti dagli attuali gestori; come, allo stesso modo, è degna di essere ascoltata la richiesta dei cittadini che desiderano andare in spiaggia e trovare una vera concorrenza; così come lo sono le esigenze di imprenditori nazionali e internazionali che vorrebbero proporre i propri servizi sulle nostre coste. Non è un caso anche il Portogallo e la Spagna stiano affrontando lo stesso processo. Quindi, si presume, che le realtà italiane potranno investire all’estero, così come quelle estere potranno farlo in Italia.
Se tutti questi interessi fossero seriamente rappresentati, ci troveremmo in un mondo con una sana concorrenza e con una lobby che non è più a senso unico.
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