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La Siria e le donne

Avvocato, Giornalista Pubblicista e Presidente "Consiglio per la Parità di Genere"
La Siria e le donne

Quello che sta succedendo in Siria è davvero interessante. In neppure dieci giorni, le milizie islamiste guidate da Mohammed Abu Mohammed al-Jolani hanno spodestato il regime di Bashar al-Assad, quest’ultimo scappato senza quasi combattere. Ribelli che, appena insediati, hanno promesso un paese libero e democratico (Robin Hood e i suoi briganti?). La Comunità Internazionale è rimasta interdetta: è vero che è stato commesso ufficialmente un colpo di Stato, ma è anche vero che il regime di al-Assad, così tiranno e filo russo, non piaceva proprio a nessuno e quindi forse questa volta soprassiederà dalle consuete pubbliche condanne purchè seguano fatti. (A conferma che anche la morale giuridica è relativa. Diceva infatti Nietzsche “se uccidi uno scarafaggio sei un eroe, se una farfalla sei cattivo. La morale ha standard estetici”).

Per dare prova della propria moderazione, da cosa sono partiti i ribelli? dall’inclusione delle minoranze, dal diritto al culto, della lotta alla povertà, dei diritti dei bambini o l’attenzione all’ambiente? In altri termini, qual è la prova madre ineccepibile, internazionale e pacifica della democraticità del proprio governo? I ribelli non hanno avuto dubbi: i diritti delle donne “”In tutti questi anni di amministrazione a Idlib e nelle altre zone liberate non abbiamo mai imposto il velo a nessuno, né ai musulmani né ai curdi, né ai drusi, né ai cristiani. Perché dovremmo cominciare a imporre adesso limiti alle libertà individuali?”. Uniti in questo clima, è intervenuto anche il Parlamento siriano che, in una nota ufficiale, saluta così il cambio di regime: “L’8 dicembre è stato un giorno storico nella vita di tutti i Siriani. Sosteniamo il desiderio del popolo di costruire una nuova Siria focalizzata su un avvenire migliore, governato dalla legge e dalla giustizia”.

Atteso che come tutte le lune di miele, anche questa perderà presto la sua aurea e mostrerà il suo vero volto, colpisce la scelta fatta tutta al femminile (oltre alla tolleranza verso i fedelissimi di al-Assad ed altre misure rassicuratrici). Allora non è vero che il tema dei diritti delle donne era marginale, coprirle non era normale e non è vero che erano loro a volerlo o qualche dictat sacro. E non è vero neppure che “lotta al velo”, e delle conseguenti abnegazioni come il diritto allo studio, d’espressione, alla vita pubblica, erano cose di poco conto, un apartartheid nei temi sociali. Se questo tema è stato usato come patente della democratizzazione, e il Mondo in osservazione, insieme ad altri indici, lo ha considerandolo tale, allora le donne hanno un potere enorme nelle loro mani. E non solo in Siria. Hanno il potere di decretare l’equità e l’evoluzione democratica di un sistema di governo. Un termometro oggettivo della civiltà.

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