Luglio col bene che ti voglio, che cantava Riccardo Del Turco celebrando il mese che apriva ufficialmente la stagione feriale del paese, è arrivato e, mentre nella canzone del giovane fiorentino prometteva nuovi amori, quello che si accinge a entrare non promette nulla di buono. Certo con il prezzo della benzina alle stelle, che neanche il “tagliaccise” di Draghi è riuscito a calmierare, le vacanze dell’italiano medio saranno risicate e rosicate per l’aumento del costo di tutto, specie di ciò che è destinato ad appagare le esigenze ludiche del vacanziere di mezza fascia, con buona pace per la aristocratica “pizza di Briatore”.
Se poi pensiamo alle bollette che puntuali piombano a metà vacanza il gioco è fatto.
Mentre staremo al mare terminerà di consumarsi la faida 5Stelle e sotto l’ombrellone, tra una pagina di giornale ed una schermata internet di uno smartphone, molti si faranno la stessa domanda che si porranno a novembre: per chi fare il tifo? E già perché questa volta il tradizionale evento pedatorio dei mondiali lo seguiremo davanti il camino. La “benedizione dei numeri pari” che vede negli anni di tal numero la celebrazione o dei mondiali o degli europei di calcio, per la gioia estiva delle tifoserie dell’intero pianeta, non ha funzionato.
E così la sindrome nostrana di tifare per forza per qualcuno (anche in mancanza dell’Italia), che per il calcio sarà rinviata a novembre, arraperà l’italiano in vacanza dividendolo tra i tifosi di Conte e quelli di Di Maio.
E fa niente che a Francesca offrono 280 euro al mese per 10 ore al giorno di lavoro, fa niente se l’inflazione sale e le tasse non scendono, fa niente che in Ucraina si continua a morire in una guerra assurda e che in Italia le donne continuano a morire sotto i colpi folli di mariti e fidanzati.
Con luglio poi saremo a -7 (mesi dalle elezioni politiche) alla faccia di quanti a gennaio avevano pronosticato o annunciato elezioni anticipate da celebrarsi proprio di questi tempi.
Di consultazioni ci sono stati solo i referendum e quelle amministrative e hanno combinato uno sconquasso. Figuriamoci se fossero state generali.
E a proposito di elezioni politiche, nonostante si voti tra pochi mesi, una delle cose più misteriose del momento è la legge elettorale. Con la storia del premio di maggioranza, ognuno si fa i conticini suoi e studia un meccanismo diverso per beneficiarne a suo comodo.
Non ne usciremo mai.
E già perché poi c’è anche il taglio dei parlamentari e ogni partito, che in genere di questi tempi era alle prese con le lotte tra gli uscenti che ambivano a essere riconfermati e i nuovi che aspiravano a entrare, questa volta ha seri problemi di sopravvivenza.
E al diavolo i guai del paese, programmi e linee di governo o di riforme. Il tema del giorno è “salvare la poltrona”.
E sicuramente anche tra i “grillini”, ispiratori e pervicaci attuatori di quella sciagurata riforma, si staranno dando, Di Maio in testa, una serie infinita di martellate agli zibidei.
Nel frattempo l’agenda paese continua a sfogliare le sue pagine. L’esame di maturità è in pieno corso e le notti non sono più solo prima degli esami ma anche durante. Tra Camera e Senato le passano invece a emendare e varare i vari decreti e provvedimenti sul PNRR. Il Covid ricomincia a correre ma ormai non fa più male, almeno pare, e nessuno più se ne accorge. Il freddo arriverà, non presto ma neanche tardi, e allora peserà non solo il caro bollette ma anche il rischio di approvvigionamento e si paventa una carestia energetica che sarebbe un disastro.
E poi c’è tutto il resto che elencare sarebbe lungo ma immaginare è facile.
Ma ora è luglio (e dopo viene agosto) e non è ora di pensare a guai, problemi e ambasce ma al riposo, al divertimento e al calciomercato.
Luglio ha ritrovato il sole, non ho più freddo al cuore, perché tu sei con me, cantava sempre Riccardo del Turco.
Ma forse è giusto così. Ça va sans dire.
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