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Perché un francescano deve studiare Dante, l’attualità dell’analisi del Venerabile Castrillo nel 2021 

Esperto in comunicazione
Perché un francescano deve studiare Dante, l’attualità dell’analisi del Venerabile Castrillo nel 2021 

Ecco il 2021, un anno che speriamo possa essere davvero nuovo, che possa rappresentare un punto di ripartenza dopo le sofferenze del 2020.
L’Italia celebrerà Dante Alighieri, nel nuovo anno, infatti, ricorrerà il VII Centenario della morte del Sommo Poeta che nella Divina Commedia inserisce Francesco d’Assisi tra i beati del Paradiso. Il Padre Serafico compare più volte, Dante ne esalta, elogiandolo, la scelta di vita. Una forte ammirazione.

C’è un altro legame tra Dante e il francescanesimo, un legame sicuramente più piccolo ma segnato sempre da grande ammirazione. È quello del Venerabile Mons. Agostino Ernesto Castrillo, Vescovo di San Marco Argentano e Bisignano a metà del ‘900 e frate francescano. Mons. Castrillo era anche un letterato. Un professore che amava i classici e tra i classici la sua opera preferita era proprio la Divina Commedia.
L’amore, di mons. Castrillo verso quest’opera, si evince con le tante citazioni che fa di altri autori; tutto ciò a testimoniare le continue ricerche e gli studi approfonditi che ha dedicato a quest’opera. Lo si capisce leggendo i suoi quaderni di appunti, testimonianza rara di bellezza letteraria.

C’è un punto che trova particolare rilevanza. Secondo mons. Castrillo, infatti, esisteva un rapporto tra i francescani e il Sommo Poeta: «I francescani-scriveva il Venerabile- hanno il dovere di studiare Dante più di qualunque altro italiano. 1° Poiché Dante fu terziario e volle morire con l’abito di San Francesco. 2° Perché Dante amò i francescani; picchiò spesso alla porta dei loro conventi e scrive a San Francesco uno dei canti più belli del Paradiso. 3° I francescani hanno avuto sempre un culto speciale per Dante e parecchi hanno commentato pubblicamente la Divina Commedia. 4° Fu un francescano, Pietro da Figline, nato nel 1500, il quale dette per primo al divino poema l’epiteto Divina».

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