BLOG

Salvini, più comics di così

Giornalista e Docente - Milano
Salvini, più comics di così

Ancora non riesco a capire cosa c’entri Matteo Salvini nella querelle – seppur surreale  – tra Zerocalcare e il festival Lucca Comics. Per la cronaca il noto disegnatore si è sentito in imbarazzo a partecipare alla kermesse a causa del patrocinio di Israele. Va detto in premessa che questa sponsorizzazione, concordata molti mesi fa, non aveva tenuto conto del massacro nazi-islamico di Hamas del 7 ottobre e degli eventi che da lì sarebbero accaduti. L’assenza del disegnatore romano si è fatta notare dando avvio ad un “polemicone” tra artisti solidali (Vauro) e piccati (Osho).

Ma, in tutto questo, Salvini? Non è dato saperlo a meno che, in una dimensione a noi sconosciuta e sotto mentite spoglie, il vicepremier si diverta magari di notte a realizzare murales per le viuzze della capitale ma non credo.

Più semplicemente, il leader della Lega — pur di restare aggrappato ai dibattiti sterili da “tifoseria binaria” — pubblica l’ennesimo post inutile e dannoso, tanto per racimolare qualche like come si raccattano due spiccioli su un banco da gioco. La sua “bestia”, la macchina di propaganda social che lo accompagna da anni, oggi appare più addomesticata per esigenze di governo, ma continua a sprigionare effluvi di tossicità sul web: polarizzazioni apocalittiche, manicheismi d’ordinanza, la solita logica del “o stai con noi o contro di noi”. Tutto ciò rigetta ogni più elementare principio di complessità, riducendo la realtà a una rissa da bar. Nel frattempo, mentre nel Medio Oriente brucia una guerra e persino le risoluzioni delle Nazioni Unite arrancano nel trovare le parole giuste, il vicepremier leghista pensa bene di convocare manifestazioni dal sapore di crociata contro gli “infedeli” musulmani; dimentico del fatto che i tempi di Urbano II sono stati consegnati da secoli alla storia, e che oggi il mondo è, diciamo così, un filino più complicato.

Ma, in fondo, siamo sempre lì: al cuore di una questione antica. Quando l’ozio non è quello nobile e contemplativo di Petrarca ma si trasforma in accidia — quel male di vivere che diventa poltronaggine, svogliatezza, e soprattutto un dire senza fare — allora sì, diventa persino più nocivo del tentare e sbagliare.

In Salvini ( e gli va riconosciuto) c’è dell’artistico: disegna ponti sugli stretti, progetta alte velocità anche fuori confine, idealizza porti e strade come se non ci fosse un domani nel senso concreto del termine cioè declama opere che non avranno un domani ma solo quel tanto di oggi che serve a tagliare un nastro o posare una prima pietra. Poi appena si tratta di lavorare, ci sono Giorgetti, Meloni e Tajani. 

Più comics di così… 

RIFOCAST - Il podcast de Il Riformista

SCOPRI TUTTI GLI AUTORI