Parlano tutti, il problema è questo. Quando a parlare, parla chi non sa. Chi non sa fare. Ora ci ricordiamo che l’energia costa caro? E allora proviamo a fare un po’ d’ordine in questo marasma di opinioni, ricordando che i fatti sono separati dalle opinioni. Speculazione, caro bollette, crisi energetica, costi dell’energia, e coraggio tanto coraggio per poter sopravvivere a tutto questo. Sono due i tipi di interventi da fare. Il primo è quello a lungo termine, ma abbiamo una visione offuscata perché non abbiamo il polso della situazione. Certo abbiamo le centrali al carbone ma l’approvvigionamento come lo facciamo? La soluzione è quella a breve termine.
Il risparmio dell’energia possiamo farlo incidere sul riscaldamento riducendo il tempo di erogazione, andiamo incontro alla primavera, anticipiamo il razionamento. I servizi pubblici possono fare la loro parte. Migliorare e studiare il trasporto pubblico locale a seconda delle esigenze. Un pullman – pulito e puntuale – costa di meno di 50 autovetture. I veicoli elettrici senza dubbio sono il futuro, ma per ricaricare serve l’energia, se ricaricate con le rinnovabili si può fare. L’intervento più grande è sul riscaldamento. Un altro punto sul quale i comuni possono lavorare bene è quello di regolare il flusso luminoso, si ottimizzano i consumi così quanto si risparmia può essere utilizzato nelle attività produttive. Se consumiamo le risorse naturali inquiniamo anche di meno.
La Regione può fare la sua parte, e magari può farlo anche il governo centrale. Possiamo attuare dei provvedimenti speciali: mettere in esercizio impianti che sono stati esclusi dall’incentivazione del GSE, i quali tenerli in funzione è risultato antieconomico (biomasse, oli vegetali, eolici)- la Regione può dare 10 centesimi per KW/h e tu (impianto fermo, che ti rimetto in vita) mi produci energia. Queste sono alcune pillole di saggezza energetica, si può fare di più. Servono solo le capacità. Chi parla, parla e basta.
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