Boschi: “Il premierato riporterà fiducia nelle istituzioni. Con la destra nessun inciucio. Calenda? Firmò il programma, il divorzio un errore politico”

“Sull’elezione diretta del sindaco d’Italia, abbiamo depositato in Parlamento il ddl, non lo abbiamo consegnato al governo. Al momento non c’è un accordo, neppure la maggioranza ce l’ha. Se voteranno le proposte che abbiamo presentato in campagna elettorale, dal sindaco d’Italia alla giustizia, saremo felici e voteremo anche noi, ma non ci sarà nessuna strizzatina d’occhio o nessun inciucio”.

Con queste parole, la capogruppo di Italia Viva alla Camera dei deputati, Maria Elena Boschi, inizia la sua intervista a Repubblica sulla partita delle riforme. Prima fra tutte quella del Premierato, che in passato ha riscontrato parziali consensi da parte della maggioranza:

“Ci sono solo timide aperture sul modello, la destra sembra divisa anche sulle riforme, ma questo è l’unico modo per riportare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni ed è stato così anche a livello comunale. Era una battaglia storica del Pd: il Pds indicava  i sindaci già nel 1994, una proposta che la sinistra riformista porta avanti da sempre. Ma attenzione, l’indicazione del candidato premier sulla scheda non significa elezione diretta”.

Sul tema, l’ex ministro delle Riforme ricorda gli accordi presi con Calenda un anno fa, definendo un ‘errore politico’ la separazione tra Italia Viva e Azione:

“L’elezione diretta del premier era nel programma del Terzo Polo, un anno fa anche Calenda lo ha firmato, e a maggio siamo andati a Palazzo Chigi a confermare la linea. Il divorzio è stato uno sbaglio: avremo le Europee tra nove mesi. Qui cambiano idea tutti, noi rimaniamo fedeli ai 2,5 milioni di italiani che ci hanno votato. Andremo per la nostra, a partire dal 2024 con il simbolo de Il Centro. Siamo pronti a discutere con tutti in Parlamento. Il Pd deciderà la propria linea. Speriamo di avere il sostegno più largo. In passato destra e sinistra si misero d’accordo con i populisti per votare contro al referendum 2016 per far cadere il governo Renzi. Noi, che non siamo populisti, se fanno delle proposte serie, votiamo a favore”.

Infine una breve analisi sulle priorità in tema di rigore e sulle contraddizioni del governo: “Accanto all’elezione diretta del premier servirebbe un sistema di autonomie diverso da quello di Calderoli e che sia capace di superare le storture del Titolo V, l’eliminazione del bicameralismo paritario, la cancellazione del Cnel, il ballottaggio. La Meloni? Doveva eliminare le accise e le ha aumentate, doveva fare il blocco navale e ha raddoppiato gli sbarchi, doveva bloccare le trivelle e le ha autorizzate”.