Bowling for Lewiston, ennesima strage negli Usa

Quante stragi abbiamo già visto quest’anno provocate dallo sparatore solitario americano? E l’anno scorso? L’ultimo ha agito mercoledì sera nel Maine in due luoghi diversi e popolarti del Maine (un parco di campi da bowling e una grande rosticceria) e mentre scriviamo non è stato ancora catturato, ucciso e non si è suicidato. La polizia l’ha identificato come un quarantenne addestratore all’uso di fucili automatici per riservisti dell’esercito. Un primo bilancio è di quasi venti morti e molti feriti e gli ospedali sono paralizzati dai ricoveri. Il fattore che determina la strage di massa non è il comportamento di un essere umano che imbraccia un’arma da fuoco e tira il grilletto. Se così fosse il numero dei morti sarebbe molto basso mentre lo stragista agisce sotto l’impulso di abbattere se non l’intera umanità, almeno una discreta quota.

L’assassino di mercoledì sera a Lewiston si chiama Robert R. Card, nato a Bowdoin, che ha sparato prima sui giocatori di bowling di Lewiston e poi sugli avventori di un bar-rosticceria: luoghi in cui nelle sere di autunno le famiglie vanno per l’ultima partita e la grigliata con i figli e gli amici. Il punto insuperabile del problema sta nell’uso di fucili automatici cui viene applicato un caricatore illegale con il doppio dei proiettili consentiti.In Europa ci scandalizziamo per l’abitudine americana di portare le armi ma in genere dimentichiamo che la Costituzione americana garantisce attraverso il secondo emendamento il diritto di portare armi sia per difesa personale che per difesa contro la tirannia. L’emendamento fu introdotto quando la rivoluzione americana non era del tutto consolidata e correvano voci di un colpo di Stato favorito dagli inglesi con le loro basi in Canada, che per gli americani era il rifugio dei controrivoluzionari, come la Vandea durante Rivoluzione francese. Quindi, si stabilì che ogni bravo cittadino fosse autorizzato a portare un’arma da usare se qualcuno avesse tentato di piegare la democrazia. Questo emendamento malgrado le numerose proposte non è stato mai abrogato in nome dello spirito libertario, ma del resto non tutti i cittadini girano con una Colt alla cintura. Di fatto le armi, corte e lunghe, a tiro singolo o automatiche, sono di uso più di frequente nelle piccole città e in campagna usate per gare di tiro a segno, la caccia e le riunioni di gruppi più o meno paramilitari, col pretesto di ricostruire una battaglia storica. In vaste aree selvagge americane l’uso delle armi è pratica abituale.

Purtroppo, il serial killer stragista non ha molto a che fare con la tradizione del portare un’arma, ma con la trasformazione delle armi consentite in mitragliatori capaci di abbattere venti persone in un minuto. La resistenza storica al divieto di portare armi è alta, mentre cresce quella favorevole a vietare armi sportive quasi identiche a quelle dell’esercito, salvo che per i caricatori. Legare due caricatori o tre con lo scotch ha un fucile sportivo non militare è proibitissimo ma è anche facilissimo. È un’arma che può sparare tanti proiettili di piombo nel giro di pochi secondi, ha una letalità non paragonabile con quella di una pistola o di un fucile da caccia.

Il numero delle sparatorie in America continua a crescere mentre tutte le battaglie per una restrizione e una regolamentazione stanno sempre al centro di una polemica infuocata dietro la quale si muove certamente la American Rifle Association la potente lobby che protegge il diritto a possedere armi. Le proposte sono per ora bloccate dal conflitto tra leggi federali (valide su tutto il territorio americano) e leggi statali diverse Stati per Stato. Per ora l’unico accordo che si intravede è il divieto di qualsiasi arma semi-automatica o automatica. Una proposta che a molti pare sensata è ricompensare chi si libera delle armi da fuoco. Ma il secondo problema è quello delle armi da fuoco vendute e usate legalmente e quello dei milioni di armi dismesse dall’esercito e rivedute illegalmente attraverso mediatori.