Per Matteo Salvini e la Lega lo Stato di diritto è una variabile (molto) dipendente della propaganda. Quando si trattò dell’italianissimo Angelo Peveri, condannato in via definitiva per tentato omicidio, il Capitano si precipitò a portargli la sua solidarietà nel carcere di Piacenza. Il leader leghista trovò allora molto ingiusto che Peveri fosse stato messo in galera per aver sparato dall’alto verso il basso dei colpi di pistola contro quell’operaio rumeno costretto a mettersi in ginocchio, per aver tentato di rubare il gasolio all’imprenditore. Era legittima difesa, non tentato omicidio, disse Salvini. Ma distinguo, attenuanti e recriminazioni spariscono di colpo dai social del leghista, non appena si diffonde la notizia che il senegalese Omar Ousseynou Sy, il 47enne che nel marzo dell’anno scorso, a San Donato Milanese, ha dirottato e incendiato un autobus con a bordo una scolaresca di 50 ragazzini, è stato condannato in primo grado a 24 anni di carcere dalla Corte d’assise di Milano. «Speriamo non esca più di galera», twitta il senatore della Lega in multiplex con Giorgia Meloni.
Dichiarazioni che non lasciano pensare a un imminente viaggio della solidarietà in direzione della cella di Sy. È all’ora di pranzo che si apprende della sentenza. I giudici hanno condannato l’autista di origini senegalesi per sequestro con finalità di terrorismo, e hanno riqualificato l’accusa di strage in attentato con finalità di terrorismo. Accolte le richieste del pm: 24 anni di carcere. Troppo poco per molti esponenti della Lega, che sin dalla mattina invocano l’ergastolo come un sol uomo forse perché infastiditi dall’attacco che Sy sferra a Salvini dall’aula del tribunale poco prima della lettura della sentenza. «Il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare vite umane» minacciate dai «crimini contro l’umanità» dei decreti Salvini, da lui definito «piccolo Duce», tuona Sy. «Di fronte a simili vaniloqui, dato che è stato appurato che non è affatto incapace di intendere e volere, l’unica è condannarlo il prima possibile all’ergastolo e chiudere una volta per tutte questa brutta storia», tuona il consigliere regionale leghista. Federico Lena. «Stava per uccidere cinquanta bambini, voleva bruciarli vivi e parla di giustizia e accusa Salvini? Ergastolo per Ousseynou Sy. Fine pena mai!», attacca Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda Salvini Premier. Tentato sequestro con aggravante di vilipendio.
Ecco perché la condanna di Sy a 24 anni li ha lasciati delusi. Ma c’è chi si spinge anche a stabilire, come fa Calderoli, che il condannato in primo grado, dunque per la legge ancora innocente, non debba godere neppure dei benefici, nonostante il verdetto della Cassazione sia ancora di là da venire. «Condanna giusta – concede il leghista Calderoli – ma adesso niente sconti, niente riduzioni, niente benefici di nessun genere: le porte del carcere non devono riaprirsi per il signor SY fino al 2044, non un giorno prima». Siamo alle solite in definitiva, il garantismo in casa Lega vale solo per i leghisti. Per il resto tutti in galera, senza se e senza ma. Impiccateli, ma non così. Più in alto, perdinci!
