Il rinnovamento politico non abita in Camerun. Il presidente Paul Biya di ben 92 anni ha infatti deciso di correre per l’ottavo mandato che lo porterebbe a sfiorare i 100 anni. Tramite X l’anziano capo di stato camerunense ha lanciato la sua campagna elettorale dichiarandosi pronto a rappresentare il paese africano per l’ottava volta consecutiva.
Il clima politico è però molto teso e anche nel partito dell’anziano presidente ci sono state diverse defezioni. Issa Tchiroma Bakary e Bello Bouba Maïgari, entrambi membri del governo e sostenitori di lunga data di Paul Biya, hanno infatti deciso di candidarsi chiedendo all’attuale presidente di fare un passo indietro. Anche lo storico rappresentante dell’opposizione Maurice Kamto ha già lanciato la sua campagna così come l’altro grande oppositore Cabral Libii. Paul Biya governa con il pungo di ferro il Camerun dal 1982 ed ha piazzato tutti i suoi familiari ed alleati nei posti chiave.
L’attuale uomo forte di Yaounde punta a battere ogni record di longevità anche se non mancano gli esempi in salsa africana come i colleghi Teodoro Obiang Nguema Basogo della Guinea Equatoriale al potere dal 1979 e Denis Sassou Nguesso che governa il Congo da 28 anni. Il Rassemblement Démocratique du Peuple Camerounais (Rdpc), il partito del clan Biya, ha già coperto il paese di volantini rilanciando la figura del candidato come un padre della patria che mette a disposizione la sua lunga esperienza per il bene del camerunensi.
A livello internazionale e fra la diaspora europea non sono mancate le critiche per questa scelta che metta in discussione ancora una volta il processo democratico nello stato africano. Nel 2017 Paul Biya aveva vinto con oltre il 70% delle preferenze, ma la sua elezione era stata accusata di brogli e violenze soprattutto nelle regioni angolofone occidentali, dove da anni si combatte una guerra a bassa intensità. Le organizzazioni internazionali come l’Unione Africana o l’Unione Europea non hanno avuto reazioni ufficiali a questa ricandidatura e Parigi probabilmente appoggerà l’ottava rielezione di questo vecchio politicante che ha sempre schierato il Camerun dalla parte della Francia.
La fetta più giovane della popolazione sembra invece propensa ad appoggiare i candidati dell’opposizione, alla ricerca di un ricambio generazionale, ma la frammentazione di gruppi e partiti alla fine favorirà la vittoria di Paul Biya. Un presidente quasi centenario e fautore di un sistema familistico e corrotto non potrà mai essere il vettore per la crescita di una paese che avrebbe la forza di cambiare come ha già fatto il Senegal nell’ultima tornata elettorale.
