Dalla guerra alle compagnie aeree, con tanto di decreto (anticomunitario) sul caro voli, alla marcia indietro camuffata con la decisione di riscrivere la norma, togliere il tetto alle tariffe e affidare più poteri all’Antitrust che verificherà l’eventuale squilibrio dei prezzi decisi dalle varie compagnie aeree. Emblematiche le parole di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che anziché ammettere l’errore e l’impossibilità di imporre alle compagnie aeree un tetto ai prezzi dei voli, prova a rigirare la frittata: “Abbiamo proposto una revisione di quella normativa perché qualcuno l’aveva erroneamente interpretata come un tetto alla tariffa. Ma non è così. Le misure raggiungono lo stesso obiettivo, conferendo specifici e maggiori poteri all’Autorità per la concorrenza e il mercato e all’Autorità dei trasporti”, spiega il ministro, sottolineando che “rimane il riferimento al +200%, come elemento indicativo affinché l’Antitrust possa attivarsi”.
Ma i sindacati parlano senza mezzi termini di una “marcia indietro” da parte dell’esecutivo. Eliminato dunque nel dl Asset in discussione al Senato il tetto alle tariffe sui voli nazionali con Sicilia e Sardegna che, da inizio agosto in poi, aveva scatenato la rivolta delle compagnie aeree, a partire da Ryanair con l’ad O’Leary che ha definito il decreto “spazzatura”, annunciando tagli ai voli in Sardegna e Sicilia perché “con questo decreto stupido i voli interni costeranno di più”.
Fa sorridere la propaganda del dicastero presieduto da Urso secondo cui l’emendamento “irrobustisce” gli strumenti di prevenzione e contrasto della speculazione e a differenza dell’impostazione originaria, che “inibiva” l’utilizzo della tecnica del prezzo dinamico oltre una certa soglia, “affida” al Garante per la concorrenza “l’esame in concreto del fenomeno speculativo dotandolo di penetranti poteri”. Per cui non si tratta di “una retromarcia”, sottolinea il ministero di Via Veneto. L’Antitrust potrà, infatti, aprire un procedimento nei confronti delle compagnie aeree se il prezzo dei biglietti aumenterà del 200% o oltre sulle rotte per le isole: Sicilia e Sardegna, in coincidenza con disastri naturali e nei periodi di vacanza quando c’è un picco della domanda.
Il decreto approvato ad agosto vietava la “fissazione dinamica delle tariffe” da parte delle compagnie “se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: 1) la fissazione è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole, avviene o durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale, 2) conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo”.
