Caso De Angelis, Fiano riporta in luce un recente post antisemita: “Dillo cosa sei”. Quelle posizioni che imbarazzano la destra

“Meglio accendere una candela… che maledire l’oscurità… Buona fine e buon inizio”. È questa la descrizione di un recente post del 21 dicembre scorso,  pubblicato sul profilo Instagram di Marcello De Angelis, ex terrorista ora responsabile della comunicazione della Regione Lazio governata da Francesco Rocca. De Angelis soltanto lo scorso 2 agosto aveva negato la matrice fascista della strage di Bologna, salvo poi tornare parzialmente sulle sue dichiarazioni. Il testo è stato scritto a corredo dello scatto di un candelabro con un lumino acceso all’interno. Nei commenti tanti emoji in stile “saluto romano”.

Il significato non è sfuggito all’ex deputato del Pd Emanuele Fiano, membro della Comunità ebraica e figlio di un uomo sopravvissuto alla Shoah, che riportando alla luce la pubblicazione densa d’antisemitismo, ne ha divulgato il contenuto su Facebook:

“Quel candelabro è chiamato Yule, ed era offerto come omaggio dal criminale Heinrich Himmler ai camerati delle SS per il capodanno, lo facevano produrre da prigionieri di Dachau alla fabbrica Allach. I nazisti dovevano accenderlo il 21 dicembre per il solstizio, seguendo la passione himmleriana. Dillo cosa sei, abbi il coraggio delle tue idee, ti piace ancora Himmler? Ti riconosci nel nazismo? Porti avanti quelle tradizioni? Cosa vuol dire che non sei più quello delle canzoni antisemite se poi fai gli auguri il 21/12 con il porta candela delle SS? Non avete neanche il coraggio”.

De Angelis sosteneva infatti di essere cambiato negli ultimi vent’anni e di non essere più quel giovane che scriveva testi antisemiti. Argomentazioni portate a sostegno delle critiche per alcune testimonianze di gioventù riemerse di recente; era il 1995 quando l’ex terrorista, all’epoca nel gruppo 270bis, autore della canzone, scriveva: “Troppo ci pesava portare sulla schiena il dominio di una razza di mercanti”, con riferimento al popolo ebraico.  “Gridano Shalom bruciandoci le case, cantano pace e ci violentano le donne”. Il nuovo polverone mediatico attorno a uno degli uomini di Rocca ha suscitato critiche e polemiche da parte di molti rappresentati delle istituzioni: “La presidente Meloni non può lavarsene le mani derubricando il caso ad un fatto locale”, dice Sandro Ruotolo, responsabile Culture e memoria della Segreteria Pd. “Cosa farà De Angelis? Chiederà scusa anche per questo post in stile nazi?” si è domandato in una nota Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista. E in attesa di una presa di posizione da parte del governatore della Regione Lazio, stavolta la vicenda che imbarazza la destra sembra destinata a lasciare il segno.