Cassa integrazione e Golden Power, le uniche strategie di Urso e del Made in Italy per sviluppo industriale

Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ripete sempre che da quando c’è il governo Meloni lo Stato è stratega nello sviluppo dell’industria del Paese. E quali sono queste strategie dello Stato? Due: la cassa integrazione, e la Golden power. E infatti, mentre con Ilva il rilancio per farla tornare ad essere «Il più grande siderurgico d’Europa» diventa altri sei mesi di cassa integrazione per 3000 lavoratori, per Pirelli, Lukoil, Whirlpool e ora anche Elettrolux, tutto si risolve con la Golden power. Che però, frenando il libero mercato, era nata per difendere settori di interesse strategico, come appunto le reti e telecomunicazioni. E ora, passando per un brevetto sulla sicurezza cyber delle frenate delle gomme Pirelli che secondo il governo Meloni sono affare di sicurezza nazionale, finisce per mettere il cappello pure sul settore del bianco, che di strategico, o sensibile, non ha nulla.

Solo i posti di lavoro. 10 mila in Italia tra Whirlpool ed Elettrolux. Ed è questo l’inganno che sta utilizzando il governo: usare la Golden power per evitare delocalizzazioni o esuberi (sempre ammortizzati). Con il rischio di far scappare investitori internazionali: chi verrebbe mai a produrre in Italia sapendo che il governo potrebbe obbligarli a starci per sempre, indipendentemente dal mercato? La stessa strategia con cui Urso continua a ripetere di voler obbligare la meticcia Stellantis a produrre più auto in Italia, senza aver fatto ancora nulla per sviluppare il settore. Del resto queste aziende di elettrodomestici non sono già oggi italiane, ma difronte alla possibilità di cessione delle multinazionali ad altre ancora più forti, Urso preferisce la lavatrice di Stato. Come del resto vorrebbe fare con Ilva, cacciando il top player mondiale ArcelorMittal (o costringendolo a cambiare manager), senza l’idea di un piano industriale.

Che è poi l’errore comune di tutti gli ultimi governi: occuparsi più di chi deve guidare le industrie che del loro rilancio. L’ultimo esempio è accaduto ieri con Electrolux. L’azienda aveva annunciato 4 mila esuberi globali e 222 in Italia (accordo sindacale già firmato), mentre ruota la cassa integrazione. Da mesi il colosso cinese Midea lavora all’acquisizione, per un’offerta da 3,6 miliardi di euro. Midea ha una capitalizzazione di mercato di 58 miliardi di dollari, contro i 4,3 miliardi di dollari di Electrolux, è il primo produttore di elettrodomestici cinese, e al terzo posto nel mondo dietro ai sudcoreani di Samsung e Lg. Ma appena si è diffusa la notizia, il governatore Zaia ha tuonato: «Noi non possiamo permetterci di diventare terra di conquista da parte di qualcuno». Subito dopo il ministro Ciriani ha annunciato che avrebbe utilizzato la Golden power, con soddisfazione della deputata Dem Debora Serrachiani. Del resto grazie al decreto lavoro del primo maggio che ha usato la Golden power per Whirlpool, il governo ha considerato per la prima volta “strategico” anche il settore degli elettrodomestici, autorizzando l’operazione vincolandola «a specifiche prescrizioni a salvaguardia del patrimonio tecnologico, della produzione e quindi dei livelli occupazionali, quali effetti di eventuali sovrapposizioni tra gli stabilimenti del nuovo gruppo». Cosa che se non dovesse avvenire aprirebbe la strada all’elettrodomestico di Stato.

Mentre la multinazionale Midea realizza già oggi oltre il 40% dei propri ricavi in mercati diversi da quello cinese, dopo aver acquisito la divisione elettrodomestici di Toshiba, Eureka da Electrolux e anche Kuka in Germania, azienda leader nella robotica industriale. Ha oltre 30 stabilimenti produttivi in 16 Paesi, conta oltre 150.000 dipendenti e nel 2022 ha generato un fatturato globale di 53 miliardi di dollari con un ebitda al 22,48% del fatturato, la top player del bianco. Ma ieri, dopo l’annuncio di Ciriani, ha detto di aver rinunciato all’investimento.
«Golden Power significa tutela degli insediamenti, dei brevetti, della ricchezza economica, sociale, e occupazionale italiana» ha detto il ministro Ciriani. Siamo pronti a nuove proroghe di cassa integrazione straordinaria. E al ricorso ai poteri speciali del governo contro ogni investimento straniero.