Cercasi braccialetti elettronici, detenuti parcheggiati in carcere grazie all’inefficienza made in Italy

Cercasi braccialetti elettronici per detenuti parcheggiati in carcere in attesa di trovarne uno disponibile. Il caldo, il numero dei suicidi, il tema del sovraffollamento, il personale carente e adesso anche l’oramai costante problematica dei braccialetti elettronici introvabili.

A denunciare l’accaduto Samuele Ciambriello, garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. “Il braccialetto elettronico può essere impiegato in diversi modi come strumento di controllo all’interno del sistema penale. Può venir imposto dal magistrato a persone che si trovano in misura cautelare agli arresti domiciliari oppure a persone già condannate che stanno scontando la pena in detenzione domiciliare. Peccato – sottolinea – che non sono in numero sufficiente, non arrivano in tempo reale e c’è quindi “illegalmente” una permanenza di giorni e settimane in più in carcere del detenuto che ha ottenuto il beneficio”.

“Un’esperienza destabilizzante, per problemi legati alla fornitura. Oggi ho incontrato nel carcere di Poggioreale due detenuti che attendono da giorni l’utilizzo del braccialetto. Mi chiedo perché il Ministro degli Interni che ha il contratto con Fastweb non fa aumentare il numero dei braccialetti che oggi sono 1200 attivazioni al mese?” chiede Ciambriello.

I numeri dei braccialetti elettronici

In Italia sono attivi 13mila bracciali elettronici, circa 5.800 per stalking e settemila per il monitoraggio. I ministri della Giustizia e degli Interni sono dunque chiamati a risolvere i problemi di fornitura e di ingiusto prolungamento in carcere di centinaia di persone.