Perché si può ritenere che le diverse Corti siano o i maggiori strumenti di difesa dei principi costituzionali e della giustizia internazionale (come si è opposto a Trump in questi giorni), o al contrario agenzie di oppressione e prevaricazione delle libertà degli individui e degli stati? Perché nelle loro diversità, quindi considerate nella somma dei loro effetti, sono ad un tempo sollecite nel perseguire diseguaglianze e “discriminazioni” e non meno sollecite nel sancire “nuovi diritti” – alla cieca.
Mi limito a questo: da tempo ormai, la cosiddetta “rivoluzione totale dei sessi” (preferisco questa formula, per lasciare a “rivoluzione sessuale” il suo significato anni Sessanta) e in genere l’assalto eversivo alle “materie sensibili” (riproduzione, vita) da parte di minoranze le cui tesi radicali finiscono con l’essere adottate dai giudici, suscitano una resistenza tenace e diffusa, negli Stati Uniti anzitutto ma anche altrove nell’Occidente. Il supporto costituito da leggi e giurisprudenza a questa “rivoluzione” finisce col tradursi in pratiche pubbliche, medicali, “educative” anzi rieducative, formative, che si impongono “per legge”, contro la volontà e i valori di parti importanti delle popolazioni. Gioca, per analogie giuridiche meccaniche quanto antropologicamente scriteriate, l’invocazione della non discriminazione e/o dei diritti individuali. Alla cieca, dunque, se non contro le opinioni pubbliche di superficie (il ‘ventre molle’ dei popoli) certo contro interessi umani radicali.
Non può stupire, allora, anche disapprovando, che emergano le richieste di home schooling contro la scuola pubblica, le ostilità incontrollate per i sistemi sanitari pubblici, la contrapposizione alla corruttiva vulgata dei media e delle Università, infine la diffidenza verso lo stato (promotore delle “rivoluzioni” antropologiche) come grande macchina contro l’uomo, a servizio di operatori occulti, deep state. E non stupisce che per opposizione si affermi l’immagine, da decenni ben orchestrata dalla propaganda, della Cristianità antimoderna costituita dalla Russia di Putin. Quell’Internazionale moralista, come la definiscono Stoeckl e Uzlaner, che è una laboriosa creazione transnazionale, una pericolosa strategia, con un perno russo. La resistenza “conservatrice” al vulnus portato dalle leggi degli stati si fa, così, ostilità all’ordinamento liberal-democratico, ostilità ai ceti e alle classi che ne sono espressione, alle formazioni politiche che di quel vulnus sono promotrici. Negli Stati Uniti, in Europa, in Italia le maggioranze illuminate definiscono facilmente tutto questo come “fascismo”. Ma questo “fascismo” categoriale, d’invenzione postbellica e tipico prodotto da intelligencija, non illumina niente.
Chi non capisce la potenza e la verità del richiamo, fatto nel corso delle esequie di Charlie Kirk, a Cristo “rex regum et dominus dominantium” o ai contenuti cristiani da difendere e promuovere assolutamente (riconvertendo l’uomo comune), difficilmente può capire il successo che vi è connesso. Di fronte alle falsificazioni liberali del Cristianesimo (fatto personale, morale privata, che il comunitarismo non corregge) questo dire ad alta voce è professione cristiana, è indubbia testimonianza-martirio. Penso spesso, registrando queste volontà di affrontement, che esse, quando coincidano con maggioranze o grandi numeri, sono in grado di frenare processi che i sociologi e élites considerano irreversibili.
S’intende, la mia ferma speranza è anche che negli Stati Uniti come in Europa un supporto del genere MAGA, senza negargli un valore (se glielo poté riconoscere Kirk), divenga meno necessario alle resistenze, anzi alle missioni, cristiane. La culture war cristiana per il presente-futuro dev’essere ragionata e flessibile, non solo mobilitante. L’allineamento ideologico e emozionale generatore di slancio antagonistico ha, nelle pur sincere ragioni “conservatrici” alla Charlie Kirk, molte zone di errore, anche sul terreno propriamente cristiano e cattolico. Per rendere efficace la buona battaglia il plesso va “spacchettato” – mi sia concessa l’immagine – per separare ciò che è solido. Nel mondo conservatore-cristiano, solo chi resterà vigile (il cattolico che non è Anti-vax né filo-Putin né anti-europeo [UE], per il fatto di essere anti-gender ecc.) potrà cogliere i limiti degli automatismi di militanza. Chiamo questi automatismi “allineamenti perversi”.
Sono infatti allineamenti di posizioni o dottrine che propongono a chi sia convinto che «a e b sono veri» di credere anche in «c e in d e in e veri» ovvero a credere in tesi ideologiche su materie sulle quali non aveva una convinzione propria, o ne aveva tutt’altra; ma ad una mente attenta l’allineamento risultante apparirà alla fine non conforme alle stesse attese militanti, “perverso”. Perché una forte missione mondiale su valori e istituti deve associarsi all’Internazionale moralista di Putin ed anzi dipendervi? Come non capire che si tratta di un abile inganno?
