Turning Point Usa è la casa politica costruita da Charlie Kirk, nata nel 2012 per un’intuizione del suo fondatore: Kirk era convinto che nei college, considerati dominati dagli studenti liberal, si nascondesse una potenziale minoranza rumorosa conservatrice capace di diventare un blocco di consenso per un partito repubblicano che nel 2012 si trovava in crisi dopo la sconfitta di Mitt Romney contro Barack Obama, e che aveva un disperato bisogno di tornare ad essere cool, popolare e attraente per i più giovani.
Nel sito dell’organizzazione si specifica come la mission di Turning Point sia educare e formare gli studenti rispetto ai princìpi della responsabilità fiscale, del libero mercato e della riduzione della dimensione del governo federale. Tutti princìpi di un repubblicano classico, mondo a cui Kirk si era appassionato sin da giovanissimo studiando il pensiero di Friedman e l’azione politica di Reagan, che però nel 2012 erano stati messi in crisi dai risultati elettorali.
Il lavoro principale svolto dall’organizzazione è quello di raggiungere le giovani generazioni e dibattere con loro, cercando di creare quello che in America viene definito grassroots movement, un movimento con la sua base che parte dal basso, dal singolo individuo che entra a far parte di un progetto collettivo. E funziona, con centinaia di sezioni nei campus universitari e migliaia di persone che partecipano agli eventi con i vari speaker del gruppo, Kirk in primis.
Con la sua retorica dura e la sua evidente capacità di generare interesse ed engagement (anche e forse soprattutto dal lato di chi non era d’accordo con le sue posizioni), Kirk è riuscito a generare in tanti studenti quella volontà di ottenere la superiorità morale sulla controparte politica che sapeva essere un potente traino elettorale, oltre che forte mezzo di stimolo culturale e politico. Sin dal periodo del liceo, infatti, circolavano storie che raccontavano Kirk come arrogante e portatore di complesso di superiorità.
Non mancano le controversie legate al gruppo, una su tutte la “professor watchlist”, una vera e propria lista di proscrizione che segnava tutti i casi in cui, secondo i membri di Turning Point, un professore universitario avesse discriminato degli studenti conservatori o sostenuto quella che viene definita leftist propaganda.
Nel corso dell’ultimo anno, Kirk era diventato qualcosa di più di un semplice influencer. Aveva annunciato sforzi finanziari e politici per sostituire i legislatori statali dell’Indiana che non si erano dichiarati favorevoli a ridisegnare le mappe elettorali dello Stato per garantire seggi ai repubblicani. Il suo endorsement cominciava a contare notevolmente, data la presenza sempre più massiccia di iscritti e simpatizzanti di Turning Point Usa. Oggi il gruppo si trova a un punto di svolta: la morte del suo leader indiscusso rischia di annullare il lavoro di una vita dedicata interamente alla causa che Charlie Kirk riteneva essere quella giusta.
