Chi è Luigi Oste, l’uomo accusato dell’omicidio di Massimo Melis: la gelosia dietro l’esecuzione

Lo considerava un rivale in una sorta di ‘contesa’ per Patrizia, la barista di cui si era invaghito. Sarebbe dunque passionale il movente dell’omicidio perpetrato la sera del 31 ottobre scorso, a Torino, da Luigi Oste. 

È il 62enne originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna, ma residente nel capoluogo piemontese, nel quartiere Barriera di Milano, l’uomo accusato dell’omicidio dell’operatore della Croce Verde Massimo Melis.

Il 52enne era stato ucciso come un boss, una vera e propria esecuzione: Melis mentre si trovava sulla auto dopo avere accompagnato a casa l’amica Patrizia sarebbe stato avvicinato da Oste che avrebbe sparato da distanza ravvicinata un colpo di pistola alla tempia sinistra.

Secondo gli inquirenti a sparare sarebbe stato Oste, imprenditore edile, pregiudicato con condanne per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti, arrestato nel giugno scorso per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. 

L’uomo è stato prima ascoltato come persona informata sui fatti, poi, dopo aver fornito risposte evasive, ha chiesto di essere assistito da un avvocato. Nel corso dell’interrogatorio si è quindi avvalso della facoltà di non rispondere: nelle prossime ore arriverà la decisione del gip per l’eventuale convalida dell’arresto. 

A Oste gli inquirenti sono arrivati dopo aver acquisito un frame delle telecamere di videosorveglianza della zona: immagini in cui si nota la presenza del 62enne nei dintorni della zona in cui è avvenuto l’omicidio di Halloween, anche se non vi sono invece immagini del luogo dove Melis è stato freddato nella sua Fiat Punto blu. A confermare la presenza in zona anche i tabulati e le celle telefoniche. 

La pista seguita dagli investigatori è quella del movente passionale. Patrizia, l’amica ed ex fidanzata della vittima, aveva raccontato alla polizia che un cliente del bar del padre, dove lei lavorava, gli faceva ‘la corte’. Quell’uomo era Oste: il 62enne, che conosceva Melis di vista, lo avrebbe ucciso in quanto presunto ‘rivale’ in amore. Un interessamento amoroso che la barista aveva respinto.

Tornando alle indagini, al momento non è ancora stata trovata l’arma del delitto: si tratta di un revolver calibro 38. L’autopsia del medico legale Roberto Testi aveva collocato l’ora del delitto intorno alle 21: il cadavere è stato trovato nell’abitacolo il giorno dopo proprio dall’amica, che aveva notato l’automobile ancora parcheggiata nello stesso posto, a pochi metri dai palazzoni di via Gottardo.