Chi era Dietrich Mateschitz, fondatore della Red Bull morto a 78 anni: re delle bevande energetiche e ‘padre’ di un impero sportivo

Controverso, geniale, ricchissimo: era questo e tanto altro Dietrich Mateschitz, l’imprenditore austriaco 78enne morto sabato. Malato da tempo, le sue condizioni recentemente si erano aggravate fino al decesso comunicato questa mattina.

Il suo nome è ovviamente associato alla Red Bull, la bevanda energetica nota in tutto il mondo di cui era proprietario. L’azienda venne fondata nel 1984 da Mateschitz assieme all’imprenditore thailandese Chaleo Yoovidhya (scomparso 10 anni fa): i due rilevarono e trasformarono in un colosso internazionale la bevanda energetica Krating Daeng, fino a quel momento venduta soprattutto in Asia.

Grazie anche ad una campagna di marketing senza precedenti, quella che un tempo era una bevanda diffusa soprattutto tra gli operai e gli autotrasportatori asiatici impegnati in lunghi e faticosi turni di lavoro, divenne l’energy drink più famoso al mondo.

Soltanto l’anno scorso Red Bull ha venduto quasi 10 miliardi di lattine in 172 paesi del mondo. Negli anni Mateschitz, partito dal piccolo comune di 3mila anime di Sankt Marein im Mürztal, è riuscito a creare un colosso da 23mila dipendenti e a ‘sviluppare’ un patrimonio personale da oltre 20 miliardi di dollari.

Ma l’immagine pubblica di Mateschitz, un imprenditore estremamente riservato che nel corso degli anni ha rilasciato interviste col contagocce, è legata agli investimenti nello sport.

La consacrazione arriva in primo luogo dalla Formula 1: Mateschitz era infatti proprietario della Red Bull Racing, come aveva rinominato il team inglese Jaguar rilevato nel 2004. Con la scuderia austriaca con sede a Milton Keynes, nel Regno Unito, Mateschitz riuscirà a conquistare una storica sequenza di quattro titoli mondiali consecutivi dal 2010 al 2014 con Sebastian Vettel alla guida della monoposto, quindi il ritorno alla vittoria lo scorso anno con Max Verstappen. 

Sua anche l’idea di una scuderia ‘secondaria’: dall’italiano Gian Carlo Minardi rilevò l’omino team con sede a Faenza per farne una “palestra” dei futuri campioni. Non a caso dalla Toro Rosso, ora AlphaTauri, sono usciti fenomeni come Sebastian Vettel e Max Verstappen.

Ma l’impero sportivo della Red Bull è andato anche oltre la Formula 1: Mateschitz ha investito miliardi anche nel calcio e nelle sponsorizzazione di singoli atleti negli sport più disparati, dallo snowboard al motocross, dal beach volley all’hockey.