Chi è Yossi Beilin, intellettuale della sinistra israeliana e architetto degli Accordi di Oslo nel 1993

Yossi Beilin, ospite di Sinistra per Israele, è da due giorni a Roma per una serie di incontri istituzionali. È una delle figure più influenti della sinistra israeliana contemporanea, un politico e intellettuale che ha attraversato quarant’anni di storia nazionale lasciando un’impronta profonda sul processo di pace.

Nato nel 1948, formatosi all’Università di Tel Aviv – dove ha conseguito un dottorato in Scienze politiche ed è stato docente – Beilin ha iniziato la sua carriera come giornalista al quotidiano Davar. Da lì è approdato alla Knesset, prima con il Partito Laburista e poi con Meretz, diventando uno dei volti più riconoscibili dell’area progressista. Nel corso degli anni ha ricoperto incarichi chiave nei governi israeliani: Vice Ministro delle Finanze, Vice Ministro degli Esteri, Ministro dell’Economia e della Pianificazione, Ministro degli Affari Religiosi e infine Ministro della Giustizia tra il 1999 e il 2001.

Ma la sua eredità politica più rilevante non sta nelle funzioni ricoperte, bensì nel suo ruolo come architetto degli Accordi di Oslo del 1993. È stato protagonista di negoziati informali e canali segreti tra israeliani e palestinesi, coltivando l’idea che il dialogo, anche quando sembra impossibile, sia l’unico strumento realistico per la pace. Nel 2003 ha promosso l’Iniziativa di Ginevra, un modello dettagliato di dialogo con interlocutori palestinesi, e insieme a Mahmoud Abbas ha sviluppato il celebre “Beilin–Abu Mazen Plan”. Più recentemente ha avanzato la proposta innovativa di una Confederazione israelo-palestinese fondata su due Stati sovrani ma interdipendenti.