Il partito repubblicano si interroga. Lo fa alla luce dei risultati elettorali e soprattutto punta quello che ad oggi è il primo e immediato obiettivo politico: mantenere la maggioranza al Congresso garantendo così all’amministrazione Trump l’agibilità politica per affrontare la seconda parte di questo secondo mandato e portare a compimento quell’agenda politica da cui dipendono anche le sorti delle presidenziali del 2028, dove Trump non sarà candidato, ma i repubblicani proveranno a tenere la Casa Bianca.

Dalle elezioni presidenziali del novembre 2024 é cambiato poco sul piano delle geometrie politiche, con la sola eccezione di qualche scivolone come quelli in New Jersey e Virginia che hanno leggermente preoccupato il Gop. In ballo ci sono gli equilibri presenti e futuri, ma soprattutto il puro e semplice fattore psicologico di sentirsi competitivi anche senza Donald Trump. Questa volta shutdown e economia altalenante qualche problema di consenso l’hanno prodotto. Così come una frangia estrema del Maga teme il ritorno in cattedra (già avvenuto) dei neocon. É chiaro un po’ a tutti che il primo il secondo Trump sono estremamente diversi.

Il caso Marjorie Taylor Greene è stato esemplificativo di come il vento dentro il Gop trumpiano stia cambiando, al di là di quelle letture politicamente ideologizzate che difficilmente riescono a cogliere – considerati i paraocchi – i lineamenti di una stagione politica diversa. Ma non sono le sconfitte allarmano, a volte anche le vittorie suscitano qualche perplessità. Come quella che arriva diretta da Nashville nello Stato del Tennessee. Nelle valli di Davy Crockett dove il Gop la fa da padrone il voto anticipato, sempre vittorioso ha allarmato i vertici repubblicani. Solo cinque punti di scarto a fronte di una campagna milionaria, in uno stato in cui solo un anno fa The Donald vinse con ben ventidue punti di scarto. Per i repubblicani qualcosa non funziona. Allo stesso tempo aumenta il numero di candidati che non riconfermeranno la ricandidatura riaprendo i giochi prima interni e poi contro i democratici.

Intanto si pensa che al danaro, che negli Stati Uniti – e non solo – è il motore della politica. Più fondi hai, più saranno le possibilità di vincere. Come diceva sempre Charlie Wilson – il deputato che scatenò gli Stati Uniti in Afghanistan contro l’Unione Sovietica“sono i donatori ad eleggere i deputati”. Così oltre alla raccolta fondi ufficiale del partito gestita tramite la piattaforma Winred, il mondo Maga vara “impact” e la nuova piattaforma sarà guidata da guru dei social media Alex Bruesewitz consigliere di Trump 2024 e influencer conservatore, insieme a Michael Seifert. Entrambe le piattaforme elaboreranno e gestiranno le donazioni online effettuate dalle singole campagne dai PAC, e dai comitati politici dove invece il Gop può serenamente brindare é il Texas dove la Corte Suprema ha dato via libera alla nuova ripartizione dei distretti elettorali. Non era scontato, ma così i repubblicani hanno preso già le contromisure per le elezioni di metà mandato. La parola d’ordine è chiara: non si possono commettere errori.

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Nato nel 1994, esattamente il 7 ottobre giorno della Battaglia di Lepanto, Calabrese. Allievo non frequentante - per ragioni anagrafiche - di Ansaldo e Longanesi, amo la politica e mi piace raccontarla. Conservatore per vocazione. Direttore di Nazione Futura dal settembre 2022. Fumatore per virtù - non per vizio - di sigari, ho solo un mito John Wayne.