Una nota che smentisce in parte la ricostruzione dei familiari di Simona Cinà, la pallavolista di 21 anni di Capaci morta in piscina durante una festa di laurea in una villa tra Aspra e Mongerbino (Palermo) nella prime ore di sabato 2 agosto, e le notizie lanciate dalle testate giornalistiche in queste ultime 48 ore. A diffonderla è la Procura di Termini Imerese, guidata dal facente funzioni Lorenza Turnaturi. “Alla luce delle informazioni che, nel giro di poco più di 48 ore dal decesso di Simona Cinà, sono state divulgate da più testate giornalistiche, questa Procura ritiene di effettuare alcune doverose precisazioni” precisa la procura nell’ambito dell’indagine, al momento per omicidio colposo a carico di ignoti, coordinata dal procuratore Raffaele Cammarano. Stupisce, tuttavia, la mancanza di comunicazione tra le forze dell’ordine e i familiari, che ieri si sono esposti in una conferenza stampa dove tutta una serie di “inesattezze” sono state smentite oggi dagli inquirenti. Nessuno ha provato a spiegare alla famiglia che vestiti e oggetti ritrovati nella villa sono stati sequestrati per accertamenti? Possibile che nel giro di 48 ore carabinieri, inquirenti (ma anche l’avvocato difensore) non hanno spiegato la prassi iniziale delle indagini a genitori e fratelli sconvolti?
Simona Cinà, “corpo in fondo alla piscina recuperato da due giovani”
“Il corpo della giovane ragazza è stato rinvenuto da alcuni degli ultimi partecipanti ancora presenti alla festa intorno alle ore 4; lo stesso si trovava esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante, e dotato di scarsa illuminazione, rispetto alla zona ove erano collocati bar, consolle musicale e i servizi igienici. Per quanto sinora appreso, a seguito del rinvenimento, almeno due ragazzi si sono immediatamente tuffati nella piscina ed hanno recuperato il corpo della ventenne, praticando le manovre rianimazione salvavita in attesa dell’arrivo dei soccorritori” si legge.
“Arrivato sul posto, il personale del 118 ha provato a rianimare la ragazza, purtroppo invano, non potendo fare altro che constatare il decesso della stessa alle ore 5”. Poco dopo sono arrivate nella villa affittata per la festa di laurea “dapprima le forze dell’ordine della Compagnia Carabinieri di Bagheria – coadiuvate da personale del Nucleo Investigativo di Monreale -, e successivamente il magistrato di turno, sono stati svolti i primi accertamenti, consistiti nei rilievi necessari a fotografare lo stato dei luoghi, nei sequestri ritenuti utili, nonché è stato avvisato il medico legale di turno per lo svolgimento della richiesta ispezione cadaverica esterna (all’esito della quale è stata immediatamente disposta l’autopsia al fine di accertare le cause del decesso)”. Autopsia che verrà svolta giovedì 7 agosto.
Tutte le inesattezze secondo la Procura: dai vestiti all’alcol sparito
Poi la procura si sofferma sulle inesattezze circolate nelle ultime ore: “E’ doveroso, tuttavia, rettificare alcune informazioni che sono circolate e sono state diffuse dalla stampa. Innanzitutto, i vestiti di Simona Cinà non sono stati trovati dai familiari in quanto sottoposti a sequestro e, di conseguenza, sono attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria per il compimento dei successivi atti di indagine”.
Poi aggiunge: “Nell’immediatezza dei fatti, si è provveduto ad identificare e a sentire tutti i soggetti ancora presenti all’interno della villa al momento dell’arrivo dei Carabinieri: tutti coloro i quali sono stati sentiti, in qualità di persone informate sui fatti, hanno avuto un comportamento collaborativo, mettendosi da subito a disposizione dell’Autorità Giudiziaria”.
“Infine, si deve specificare la assoluta infondatezza dell’informazione relativa al mancato rinvenimento, sui bordi e nella zona adiacente alla piscina, di oggetti (bottiglie, bicchieri, piatti ecc.) che lasciassero ritenere che in quel luogo si era tenuta una festa. In detti luoghi – e, in particolare, nei pressi del bancone adibito a bar – sono stati rinvenuti, tra l’altro, bicchieri e bottiglie di alcolici, come debitamente documentato; ciò a riprova di quanto affermato dai vari partecipanti sin dalle prime battute”.
“Zona del decesso non alterata”
“Anche il predetto materiale è stato posto sotto sequestro, così come ogni altro oggetto presente sulla scena ed utile a fini investigativi. Allo stato, dunque, non vi sono elementi in ragione dei quali ipotizzare che taluno abbia alterato la zona ove sono accaduti i fatti, facendo scomparire oggetti; anche tale circostanza, in ogni caso, sarà oggetto di ulteriori approfondimenti. In conclusione, ed in attesa del prossimo svolgimento dell’esame autoptico, questo Ufficio auspica pertanto che non vengano più diffuse informazioni non veritiere in relazione al decesso di una giovane donna, così da poter rivolgere energie e risorse esclusivamente ad assicurare alla famiglia l’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti accaduti nelle prime ore del 2 agosto 2025. Alla stessa famiglia s’intende porgere le più profonde e sentite condoglianze per la perdita subita”
‘ quanto dice Giusi, la madre di Simona Cinà, la pallavolista di 21 anni, di Capaci, morta in piscina durante una festa in una villa tra Aspra e Mongerbino all’alba di ieri (sabato 2 agosto). La donna, accompagnata dal marito, Luciano e i figli, tra cui la sorella gemella di Simona, ha incontrato la stampa nello studio dell’avvocato Gabriele Giambrone, legale della famiglia.
Ieri nel corso di una conferenza stampa, la famiglia di Simona Cinà, devastata da quanto accaduto, aveva avanzato tutta una serie di dubbi sulle iniziali indagini svolte. Al momento il fascicolo è aperto per omicidio colposo a carico di ignoti. Un’ipotesi di reato provvisoria che può cambiare dopo i risultati dell’autopsia e dopo i risultati degli esami tossicologici chiesti dal magistrato. Sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti, tra cui il malore. La famiglia della giovane atleta non ha escluso che qualcuno potrebbe avere messo della droga nel cocktail della ragazza.
