Come è morto Franco Lauro, il giornalista Rai scomparso a soli 58 anni

“Fino a tre giorni fa era in redazione a condurre il tg, era pieno di entusiasmo, di vita. In un periodo come questo in cui tanti hanno scelto lo smart workig, lui era sempre in redazione”. Auro Bulbarelli, direttore di Rai Sport, ricorda così Franco Lauro, il giornalista scomparso tragicamente oggi. Ad ottobre avrebbe compiuto 59 anni.

Lauro è stato trovato privo di vita nella sua abitazione a Roma, vittima di un improvviso malore. A stroncarlo probabilmente un infarto. Sul posto sono intervenute un’ambulanza e una pattuglia delle forze dell’ordine nella centrale via della Croce. Il personale medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso del giornalista.

Appassionato di calcio e basket, esperto di calciomercato, Lauro è stato protagonista di numerose telecronache e negli ultimi anni era alla conduzione e all’approfondimento del notiziario sportivo Rai. Esperto ed appassionato di calcio e basket, Lauro ha commentato 8 Olimpiadi estive ed una invernale (Torino 2006), 6 edizioni dei Mondiali di calcio, e altrettante degli Europei, 12 Europei di basket, 3 Mondiali di basket.

I RICORDI – “Aveva 58 anni, di cui oltre 30 passati in Rai, ma con l’entusiasmo di uno appena arrivato. Non l’ho mai visto malinconico, mai che avesse fatto una protesta, qualsiasi cosa gli offrissi era felice di mettersi alla prova. Un collega esemplare, lo dico con grande sincerita’, elegante, che amava proprio questo lavoro” le parole di Bulbarelli.

“La Rai esprime profondo cordoglio per la prematura scomparsa di Franco Lauro. Giornalista poliedrico, appassionato del proprio lavoro, esperto di calcio e di pallacanestro, è stato per anni voce del basket e volto di Raisport. Con la sua scomparsa il mondo del giornalismo sportivo perde un professionista esemplare ed una persona di grande sensibilità e gentilezza”, è quanto si legge in una nota della Rai.

“Ci ha lasciato un bravo collega e una persona perbene. Franco Lauro lascia un grande vuoto a Raisport e un dolore straziante in tutti quelli che lo hanno conosciuto”. E’ il post su twitter di Enrico Varriale, vicedirettore di Raisport.

“Sono profondamente dispiaciuto per l’improvvisa scomparsa di Franco Lauro, 58 anni, molti dei quali passati in Rai. Giornalista sportivo tra i più preparati, mi ha molto colpito la sua attenzione allo Sport di base. Perché come lui stesso ha affermato solo una settimana fa: ‘Il calcio è il romanzo popolare più amato dagli italiani. Tutelare la base del calcio è importante, significa tutelare tutto. Non si può pensare solo al vertice e alla Serie A. Se noi facciamo morire il calcio dilettantistico, la Serie C, il calcio femminile, noi facciamo un danno a tutto il movimento'”. Questo il messaggio di cordoglio in un post su Twitter del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, per la scomparsa del giornalista di Raisport, Franco Lauro.

“In un mondo di piranha, si muoveva con la grazia dei pesci tropicali: di quelli che sinuosi rendono un acquario un quadro più che una prigione considerando gli spazi”. Sono le parole di Gianfranco Coppola redattore capo vicario della testata giornalistica regionale (Campania) della Rai che aggiunge:  “Franco Lauro, il giornalista gentile. Entrava nelle case come gli avevano insegnato i vecchi maestri dei corsi per conduttori e radio telecronisti: anche a Ferragosto giacca e cravatta, saluto sincero: ricordate che senza bussare ci mettiamo a tavola con loro, borbottava Ottavio Di Lorenzo, storico conduttore del tg1 dell’epoca. Per anni mi sono ritrovato in scaletta al Tg Sport e lui conduttore. La telefonata era speciale, sempre: ehi, dimmi subito ma ti disturbo? Maniacale nel lavoro, voleva essere preciso nel lancio ma nella vita da inviato andando nelle sedi regionali apprezzava chi faceva altre tre cose pur di indossare felice anche la maglia di Rai Sport. Come un maledetto tiro a canestro finito sull’anello senza poter ribaltare il risultato all’ultimo secondo, un infarto lo ha portato via ai tantissimi che gli volevano bene. Aveva il garbo nel dna, e per un giornalista non sempre è un merito. Ad un protagonista colpevole di una cosa fatta male, dall’allenatore sconfitto al giocatore che aveva fallito gol o rigori o espulso, poneva la domanda che ti aspetti ma non vorresti con cortesia sapendo di avere di fronte barili di adrenalina.
Una lunga carriera, il palabasket a Roma antica passione come speaker poi le tv private e poi presto la Rai dove per la cronaca di pallacanestro raccolse l’eredità di un monumento: Aldo Giordani.
Lo sport spacchettato sulle tv tra diritti e paletti lo ha traslocato alla redazione calcio dove si è fatto trovare pronto e disponibile dai direttori, vice, capo redattori succedutisi in ruoli e mansioni che hanno – tutti assieme – goduto della disponibilità e della professionalità di Franco. La notizia è volata in un attimo dai telefonini ai tablet, dai gruppi whstsapp a ogni forma di comunicazione. Un dispiacere profondo. Il cordoglio di chi lo conosceva via video, il dolore di chi lo apprezzava oltre le telecamere avendo condiviso con Franco un lavoro amato non per la vetrina ma per il gusto di parlare alla gente: il giornalista gentile ci lascia un insegnamento ma un inaccettabile addio secco come una frustata. Proprio da lui – scusa, disturbo? – una mazzata così no, non ce la saremmo mai aspettata. Addio Franco, voce e volto “di casa” ovunque. Qualità di pochi”.