Come le istituzioni regolamentano i social e come garantiscono trasparenza e controllo delle informazioni

Messico, Stati Uniti d’America, India, Taiwan, Indonesia, Austria, Belgio, Unione Europea, Russia, Regno Unito, Ucraina, Australia, sono solo alcuni dei paesi (l’UE è un unicum nel mondo) in cui si voterà nel 2024. Il prossimo è un anno elettorale senza precedenti: i cittadini di alcune tra le più importanti potenze mondiali e regioni strategiche si troveranno in contemporanea a votare per i propri rappresentanti, nel mentre le dinamiche geopolitiche si fanno sempre più tese.
Ma i problemi che dagli appuntamenti elettorali del prossimo anno potranno nascere non si fermano a un naturale e possibile mutamento degli equilibri mondiali. La vittoria o la sconfitta di un leader o di un altro potrebbero non soltanto essere favorite o sfavorite da proposte e campagne elettorali, capacità comunicative e propagandistiche, finanziamenti, ma anche e soprattutto dalle policy che piattaforme come Instagram, Facebook e X/Twitter stanno adottando. Le potenzialità dei social network nell’orientamento delle opinioni politiche e del voto si conoscono già da molto tempo. Il caso celeberrimo di ingerenze russe a favore della candidatura di Donald Trump nelle elezioni americane del 2016 (Russiagate) sconvolse il mondo, dimostrando che, tramite mezzi in mano a pochi privati individui, si poteva orientare la scelta del presidente della prima potenza mondiale.

I temi sono due: come i social network si muovono, quali misure adottano per garantire trasparenza e controllo delle informazioni; e come le istituzioni regolamentano i social network, cosa viene loro imposto in termini di politiche su hate speech, fake news, deep fake e trasparenza. Il principio adottato dall’Unione Europea e secondo il quale si sta muovendo con direttive e regolamenti, per esempio, è: What is illegal offline should be illegal online.
Tutto ciò è di fondamentale importanza perché si scontra con una scelta presa da Elon Musk. Infatti, mentre si schierava con la presidente Meloni nello scontro con la Germania sui migranti e veniva definito da Vladimir Putin “persona eccezionale”, il multimiliardario e proprietario di X ha scelto di licenziare gran parte del “team elezioni” (che dovrebbe garantire un’informazione corretta) del social di sua proprietà. Musk ha poi twittato: “Oh, il team per l’integrità elettorale che stava minando l’integrità elettorale? Sì, se ne sono andati”, implicando l’esistenza di un complotto dei massimi responsabili del team per mettere a rischio la tenuta democratica delle elezioni 2024.

Tutto è molto poco chiaro, ma avviene poco dopo il ritiro di X dall’impegno preso con l’UE di combattere la disinformazione e la pubblicazione del rapporto della commissaria Vera Jourova in cui si intima a X di rispettare il Digital Services Act, dato che sulla piattaforma si concentra il più alto numero di post disinformativi.
Il 2024 sarà cruciale per la tenuta della democrazia in una parte consistente del mondo e il rispetto del diritto e delle libertà anche online. I social network con le loro scelte potrebbero minare o stimolare questo processo.