Congresso Cisl, oltre mille delegati più Landini e Bombardieri. Attesa per Meloni: “Non le canteremo Bella ciao…”

La nuova segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola durante il Consiglio generale confederale, Roma, Mercoledì, 12 Febbraio 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) New general secretary of Cisl union Daniela Fumarola during the General council of the confederation, Rome, Wednesday, Feb. 12, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

«Sicuramente non le canteremo O bella ciao». La buttano sul ridere in Cisl, in vista del XX Congresso, che si apre oggi all’Eur a Roma, con la relazione della neo leader, Daniela Fumarola, e che terminerà sabato. Anche Giorgia Meloni sarà presente all’appuntamento e prenderà la parola domani mattina. La battuta rimanda al congresso della Cgil di due anni fa, quando la premier fu accolta, appunto, da un non proprio conciliante canto partigiano dalla platea. «Se la premier parla al Congresso Cgil è tutto normale, se invece viene da noi, apriti cielo. Ci dicono che siamo collaterali al governo. Ridicolo», dicono a Via Po. Battute a parte, quel migliaio tra delegate e delegati – in rappresentanza di 4,1 milioni di lavoratori iscritti alla Cisl – ci tengono a ribadire una linea differente dal sindacalismo movimentista che sta prendendo piede per mano di Landini. Per la Cisl, il dialogo con tutti i governi è sano.

Anzi, doveroso. Perché può portare a scelte condivise, alla collaborazione e quindi ai risultati. Dal taglio del cuneo fiscale al post-Pnrr, passando per formazione, Intelligenza artificiale e Fondo nuove competenze. Questi saranno i punti chiave del congresso. L’umanesimo del lavoro, altro Leitmotiv di targa Cisl, si attualizza. La Confederazione ribadisce la sua identità di sindacato autonomo e riformista, concentrato sulle sfide del mercato del lavoro, che richiedono coraggio. Da qui il titolo del congresso: “Il Coraggio della Partecipazione”. La relazione di Fumarola sarà all’insegna di un obiettivo: costruire, con un confronto serio, un patto tra istituzioni e parti sociali. Le tre direttrici rimangono: concertazione, contrattazione, partecipazione. Un’implicita, neanche tanto velata, presa di distanza dalla Cgil, che – a giudizio della Cisl – spesso finisce a fare da traino all’opposizione. Lo si è visto con i referendum, come anche sui macro temi di politica internazionale. Del resto, c’è l’imbarazzo della scelta sulle urgenze di cui i rappresentanti dei lavoratori devono farsi carico.

Recessione industriale, bassa produttività e perdita di competitività delle imprese sono le priorità che l’esecutivo deve affrontare in tempi rapidi. La stabilità dei mille giorni di governo rischia di trasformarsi in indolenza. I conti pubblici in ordine non sono sufficienti per far dire che l’economia italiana sia in salute. Per questo torna attuale la pressione che le parti sociali devono esercitare sulle istituzioni. Viene da chiedersi, però, come sia possibile con una Cisl dialogante, una Uil che tentenna e una Cgil di rivolta e basta. Contestuale è il rinnovo dei contratti collettivi. Quello dei metalmeccanici non può più attendere. Con la nuova presidenza di Simone Bettini a Federmeccanica, si auspica lo sblocco delle trattative. Ieri, era in agenda la riapertura dei tavoli dopo che i negoziati si erano interrotti a novembre a causa di un mancato accordo sui salari. Oggi Fumarola parlerà di salari, maggiori incentivi alla contrattazione di secondo livello, restituzione del fiscal drug, un nuovo Welfare e sostegni al ceto medio e alle famiglie più deboli. È possibile che proprio le proposte della Cisl permettano un’accelerata delle trattative sui contratti. Va ricordato però che la controparte confindustriale risulta assai distratta dai dazi. C’è il rischio che l’onda lunga della contrazione dell’export in Usa si rinfranga anche sul mercato del lavoro.

Ma i timori di questi scenari ipotetici non devono far perdere la concentrazione sull’attualità. «L’importante è che la politica non si metta di traverso», dicono ancora in Cisl. In altre parole, la Cgil si sieda al tavolo con un atteggiamento costruttivo.
Al contrario di com’è stato con i contratti pubblici. «Quando c’è la politica di mezzo, l’unità sindacale vacilla». Contratti ministeriali, enti locali, sanità e scuola sono stati viziati da questo approccio di costante rivolta sociale. In risposta a Fumarola, davanti a una platea di politici, tra cui la Segretaria del Pd Schlein, oggi prenderanno la parola anche Landini e Bombardieri. «Siamo curiosi di ascoltarli», dicono ancora alla Cisl. Senza pregiudizi. «Ma sia chiaro: una presunta egemonia sindacale rispetto alla Cisl non è mai esistita».