Mancano le mascherine e altro materiale per la protezione dei lavoratori e le celebrazioni funebri rischiano lo stop. È quello che ha voluto sottolineare Gennaro Tammaro, delegato campano di EFI (Eccellenza Funeraria Italiana) spiegando le ragioni che hanno portato alla richiesta di canali di approvvigionamento preferenziali di mascherine e altro materiale di protezione. “Noi operatori stiamo gettando il cuore oltre l’ostacolo – dichiara Tammaro – ma a breve il rischio serio di una paralisi dei nostri servizi è pericolosamente possibile, e in un periodo di totale incertezza sullo stesso virus è impensabile fermare le operazioni funebri”.
“Sembra inutile, ma siamo costretti a spiegarlo nuovamente: noi operatori funebri e cimiteriali siamo una delle categorie maggiormente a rischio e senza i dovuti dispositivi l’intero comparto rischia di fermarsi”, continua Tammaro, spiegando le ragioni che hanno portato i delegati regionali a sostenere il direttivo nazionale nel chiedere maggiori tutele e la necessità di canali di approvvigionamento preferenziali di materiali come mascherine e altri dispositivi sanitari.
“Già nelle scorse ore – spiega Tammaro – abbiamo dovuto segnalare che il racconto trapelato legato al triste caso Franzese (il caso della donna morta di Coronavirus a Napoli e rimasta per oltre 24 ore nella propria abitazione, ndr) dipingeva uno stato di cose non corrispondente al vero, e che al contrario Almeno il 90 percento degli impresari funebri già nelle prime battute di crisi si è organizzato autonomamente per permettere il proseguimento dell’attività anticipando i dettami dei decreti di contenimento della pandemia da un punto di vista di sicurezza dei propri lavoratori e della collettività”. La situazione, ha continuato Tammaro, però è andata peggiorando e, nonostante le imprese funebri rispettino le regole imposte “giustamente” per via della crisi, “abbiamo bisogno di mascherine e altro per poter lavorare ed evitare nuovi casi difficili da gestire”. Proprio perché al momento sembra impossibile reperire quello che è necessario per continuare a lavorare, “con una PEC da Roma rivolta alla Protezione Civile abbiamo chiesto vie di approvvigionamento preferenziali”.
