Coronavirus: per una vera Europa della salute

I virus non conoscono frontiere né passaporti. La pandemia COVID-19 dimostra, in maniera drammatica, che nessuno Stato membro, per quanto potente, Ë in grado di fronteggiare da solo questo flagello. Abbiamo creato un mercato unico, la libera circolazione delle persone, dipendiamo gli uni dagli altri. Di fronte a questo genere di crisi occorre anticipare e fornire risposte collettive.

Tuttavia dobbiamo ammettere che la sanità pubblica non Ë stata una priorità dell’Unione Europea negli ultimi decenni e le deboli competenze assegnatele lo dimostrano. Si tratta di competenze di ‘sostegno’, l’organizzazione del sistema sanitario resta infatti una prerogativa in capo ai singoli Stati. Esistono alcuni testi quadro, ma siamo ben lontani da una vera Europea della salute dove la salute Ë considerata strategica e dispone di una unità di crisi reattiva ed efficace.

In assenza di una tale organizzazione e nonostante gli sforzi encomiabili della Commissione europea per attivare dei dispositivi sanitari e finanziari, siamo ridotti a improvvisare nell’emergenza, in ordine sparso e in modo non concertato. Questa situazione Ë un dramma europeo. Dotiamoci dei mezzi per ritrovare l’unione al fine di superare insieme questo momento e, insieme, gettare le basi dell’Europa della salute di cui abbiamo tutti bisogno.

Questa Europa della salute che dobbiamo realizzare con la massima urgenza deve fondarsi su tre principi fondamentali.

Primo: il principio di solidarietà. » inaccettabile che alcuni pazienti italiani siano morti per l’assenza di letti in terapia intensiva mentre in altri Paesi europei quei letti erano disponibili. I pazienti che non possono essere curati nei loro Paesi devono poter essere trasferiti, in base alle risorse disponibili, in altri Stati membri. CosÏ come deve poter circolare il materiale medico. Anche gli interventi medici possono essere condivisi. Un ‘corpo medico europeo’ esiste e può essere attivato in caso di necessità. Il via vai di elicotteri fra Germania, Italia, Francia e Lussemburgo ha trasmesso immagini bellissime di vite salvate grazie a gesti spontanei di solidarietà. La Commissione europea, a questo punto, deve prendere l’iniziativa e guidare e coordinare questi trasferimenti sulla base di direttive quadro sui servizi sanitari transfrontalieri. La solidarietà efficace Ë concertata e organizzata per tempo.

Secondo: il principio di sovranità. Come abbiamo potuto considerare la salute un bene banale, subappaltandone la produzione essenziale al di fuori dell’Europa? Molti Stati membri pagano cara questa decisione, anche con la loro incapacità di arginare l’epidemia con dispositivi di protezione, apparecchiature mediche o principi attivi assolutamente basilari. Questa crisi deve dare la sveglia a un’Europa sovrana, capace di produrre in proprio medicinali e derrate alimentari di prima necessità. LíEuropa deve rilocalizzare sul proprio territorio i mezzi di produzione vitali per i suoi cittadini.

Terzo: il principio di cooperazione. LíEuropa deve restare unita e riunire i propri sforzi. Oggi il ruolo delle cinque agenzie sanitarie europee si limita a pubblicare raccomandazioni che semplicemente prendono atto delle misure nazionali. Attribuiamo loro la legittimità e il potere di guidare a monte e di valutare a valle le risposte sanitarie degli Stati membri. Miglioriamo la loro comunicazione interna e dotiamole di una governance comune. Per fare progressi sulle cause delle crisi, anticiparle, preparare le cure e i vaccini futuri rafforziamo il consorzio di ricerca, incoraggiamo la sperimentazione clinica europea e investiamo nella formazione condivisa in particolare nelle università europee.

Siamo ancora in tempo per questo sussulto europeo con azioni immediate sotto líegida della Commissione europea che ne ha la capacità. A lungo termine, in seno alle istituzioni europee, insieme a tutte le parti interessate e nel quadro della Conferenza per il futuro dellíEuropa costruiamo, senza alcun tabu, una politica europea comune per il bene pi˘ prezioso degli europei: la loro salute.

Dacian Ciolos, deputato europeo, Presidente del gruppo Renew Europe
Nicola Danti, deputato europeo, Italia Viva, Renew Europe
Vèronique Trillet-Lenoir, deputata europea, oncologa, Renew Europe