"Della natura del virus parleremo poi; adesso vediamo le implicazioni immediate. Prima di tutto: la situazione è molto confusa. Nella migliore tradizione le autorità cinesi - che a fine 2002 ritardarono in maniera inaccettabile la diffusione di notizie sulla Sars, non consentendo una pronta risposta internazionale contro questa malattia -, si sono comportate in maniera non molto diversa. Per tre settimane hanno sostenuto che la trasmissione da uomo a uomo non avveniva e hanno tenuto fermo a 59 casi il conto dei malati", scrive ancora Burioni nel suo intervento sul sito. "Quando poi gli studiosi dell'Imperial College hanno messo nero su bianco quello che tutti gli esperti pensavano, ovvero che il numero di casi era immensamente più alto (gli inglesi li hanno stimati in 1.700, ma secondo me sono di più), anche i cinesi - evidenzia - hanno dovuto calare la maschera, ma tenendosi sempre molto, troppo bassi. Le bugie in questo campo hanno le gambe cortissime e i virus al contrario corrono molto velocemente, e i primi casi tra i sanitari e in altre nazioni (il virus è partito da un mercato di animali di Wuhan, una città cinese), si sono già verificati, smentendo i numeri e la visione troppo ottimistica delle autorità cinesi". PRIMO CASO IN COREA - Ieri il National Ihr Focal Point (Nfp) per la Repubblica di Corea ha segnalato il primo caso di nuovo coronavirus nel paese. Si tratta di una donna di 35 anni, di nazionalità cinese, residente a Wuhan, provincia di Hubei in Cina. Lo riferisce l'Oms. "La paziente ha sviluppato febbre, freddo e dolore muscolare il 18 gennaio mentre era a Wuhan. È stata in un ospedale locale a Wuhan e le è stato inizialmente diagnosticato un raffreddore. Il 19 gennaio alla paziente è stata rilevata febbre (38,3° C) all'arrivo all'aeroporto internazionale di Incheon, in Corea del Sud. La donna è stata trasferita in un ospedale di isolamento designato nazionale per test e cure. È stata testata positivamente per il test della reazione a catena della transcriptasi-polimerasi inversa del pancoronavirus (RT-PCR), e successivamente è stata confermata positiva per il nuovo coronavirus (2019-nCoV) il 20 gennaio ai Korea centers for disease control and prevention (Kcdc). Al momento del rilevamento, il paziente presentava brividi, naso che cola e dolore muscolare", si legge nel comunicato dell'Oms. "La paziente - aggiunge - non ha riferito di aver visitato nessun mercato, nemmeno quello di Huanan, né ha avuto contatti con casi confermati 2019-nCoV o animali selvatici nella città di Wuhan. La donna è attualmente in isolamento, in trattamento e in condizioni stabili". "Si tratta - precisa l'Oms - del quarto caso 'esportato' Wuhan da parte di viaggiatori".
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