Coronavirus, terza ondata e record di morti: “Solo restrizioni altrimenti non ne usciamo”

I dati sull’emergenza coronavirus scendono in modo lento. Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute invita a non abbassare la guardia nonostante il calo dei contagi e il tasso di positività rispetto alle scorse settimane.

Per Rezza “bisogna ancora lavorare molto con i provvedimenti” perché “c’è una tendenza a una lieve diminuzione ma non particolarmente veloce. Purtroppo il numero dei decessi è elevato ma questo indicatore sarà l’ultimo a scendere. Nelle terapie intensive il sovraccarico continua lentamente a decrescere. Il numero dei nuovi ingressi di terapia intensiva mostra una certa stabilità, è un indicatore che ci metterà più tempo a dare segnali positivi”.

“Abbiamo una diminuzione sensibile delle ospedalizzazioni in area medica – ha aggiunto Rezza – e di contagi in alcune regioni come Lombardia e Toscana mentre al Sud restano ancora elevati i contagi in Puglia e Sicilia”. Per Rezza, dunque, alla discesa dell’indice Rt “è corrisposta una discesa di nuovi contagi ma serve ancora prudenza per evitare di far ripartire la curva come è successo in estate”.

Per questo motivo occorre continuare a osservare le attuali restrizioni, implementandole ulteriormente perché “appena si allentano le misure la curva risale: è successo dopo l’estate con la riapertura di molte attività e c’è voluto un po’ di tempo per frenare la corsa del virus; se allentassimo le misure in questo momento, con un’incidenza ancora molto elevata, decisamente faremmo un errore”.

Sulla campagna vaccinale partita oggi in Gran Bretagna, Rezza sottolinea il “momento storico”, ovvero l’inizio della “più grande campagna vaccinale contemporanea”. In Italia si attende il benestare dell’Agenzia europea per i medicinali (ERMA)  entro la fine dell’anno. “L’Italia è pronta, abbiamo un piano vaccinale definito dal Ministero della Salute, la struttura commissariale ha messo a punto la logistica e l’organizzazione per lo stoccaggio e la distribuzione dei vaccini. Quando comincerà, e il numero delle persone da vaccinare, dipenderà dalla data delle autorizzazioni. C’è un confronto con i colleghi europei che si occupano di strategia vaccinale. E’ abbastanza evidente che le scelte che si stanno prendendo sono conformi con gli altri paesi europei. L’auguriO è che tutti i paesi europei comincino insieme” aggiunge.

L’ALLARME DI CRISANTI: AVREMO RECORD DI MORTI – “La terza ondata in queste condizioni è una certezza. Siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante”. Il professor Andrea Crisanti si esprime così a L’aria che tira, in onda su La7, analizzando il quadro dell’emergenza coronavirus in Italia. “Il calo dei positivi di ieri è legato al numero dei tamponi eseguiti. Se avessimo fatto il consueto numero di tamponi, ieri avremmo avuto 28mila nuovi casi. In Lombardia, che è stata zona rossa, la situazione migliore. In Veneto, zona gialla, i casi aumentano”, afferma.

“Per un effetto paradosso, una regione preparata dal punto di vista sanitario adotta misure più blande e consente la maggiore circolazione del virus. Alla fine di questa esperienza, gli indicatori di queste zone andrebbero ripensati. L’obiettivo è mantenere l’attività economica o tutelare la salute? Bisogna trovare il giusto compromesso”, dice ancora. “Prima che il vaccino abbia effetto passeranno mesi, ci attende un inverno preoccupante. L’Italia alla fine della prossima settimana sarà il paese con più morti in Europa, non è qualcosa di cui essere orgogliosi. Natale, con scuole chiuse e fabbriche a ritmo ridotto, va sfruttato per ridurre i contagi”, afferma.

“La terza ondata è una certezza in questa situazione, non c’è bisogno di previsioni. Con la riapertura delle scuole e delle attività produttive, abbiamo offerto una grande occasione al virus e i contagi sono esplosi. Dopo l’estate avevamo in mano una situazione gestibile e ce la siamo lasciati sfuggire. I casi residui potevano essere gestiti”, ribadisce.