Cortina: elegante, affascinante, tradizionale e mondanissima. È la regina delle Dolomiti

Definire Cortina in due pagine è pressoché impossibile. Parliamo di un marchio tipo Coca Cola. Difficilissimo selezionare posti e aneddoti degni di nota. Ce ne sono troppi. Come Forte dei Marmi, anche Cortina è stata teatro di commedie italiane geniali, quelle dei fratelli Enrico e Carlo Vanzina, che tanta parte della società italiana hanno fotografato impeccabilmente e reso un po’ caricaturali, e che di fatto costituiscono degli autentici trattati di sociologia. Vacanze di Natale è un film su cui si è formata la nostra generazione, e non poteva che avere come contesto scenografico Cortina, la perla delle Dolomiti, da sempre meta prediletta della Roma bene ma a volte poco per bene, oltre che (ma questo è più naturale, visto che sono di zona) di chi abita in Emilia, o in Veneto.

Tanto che nel film grazie a cui esplose – meglio, si consacrò definitivamente – la irresistibile comicità romana di Cristian De Sica, risuona a un certo punto, sulle piste, un clamoroso: “Fora i romani del Veneto” antesignano di successive pulsioni leghiste. Cortina è stupenda, probabilmente il più bel paese di montagna d’Europa: elegante, affascinante, tradizionale, e… mondanissima. Dall’abbigliamento all’antiquariato, all’alta gioielleria, dall’arredo floreale all’oggettistica, dal mondo dei tessuti fino ai capi di design all’ultimo grido, la Valle d’Ampezzo è in grado di soddisfare i gusti più raffinati in un mix ineguagliabile di passato e futuro. Tutti i marchi più prestigiosi hanno una loro vetrina, a Cortina. È considerata, un po’ provincialmente se mi si consente, un punto di arrivo per chi ogni anno vuole farsi vedere sulla passeggiata di Corso Italia. Indimenticabile un mio Capodanno li, qualche anno fa. Rimasi traumatizzato dalla quantità di saluti a persone conosciute che rivolsi e mi vennero rivolti, quasi come stessi a Roma. Privacy meno di zero. Anche perché’, li si devono omaggiare i riti sociali cristallizzatisi nel tempo. Non c’è molto spazio per una modalità di vita alternativa.

Chi non va da Lovat a bere un cioccolato caldo e comprare dolci, o alla Cooperativa su Corso Italia, o ancora a fare aperitivo a Villa Sandi o a de la Poste, che ha recentemente rinnovato il bar adiacente al mitico Grill, e bellissimo? Sono appunto riti che Cortina, ma soprattutto chi la frequenta, esige si rispettino. Inelencabile la sterminata galleria di celebrità nazionali e internazionali che hanno affollato e ancora oggi affollano la Regina delle Dolomiti durante la stagione invernale (ma anche durante quella estiva) dove ormai Cortina segna il sold out sistematicamente, facendo arrivare prenotazioni di rimbalzo fino a tutta la Valle del Cadore, che ringrazia perché grazie alla domanda di ospitalità inevasa da Cortina può alzare i prezzi dei propri alberghi fino a cifre normalmente impensabili, che vengono sganciate da chi, specie dopo Natale, dice: “Non si può non andare a Cortina”.

Una fissazione talmente granitica da essere insensibile all’obiezione che una settimana li, a capodanno, costa quanto andare a New York, Miami e Caraibi, se non di più. Niente. Chi ama Cortina non ci sente nemmeno. E pur di esserci e far vedere di esserci, contrarrebbe oggi un mutuo a tasso variabile (basta vedere Instagram, che ospita scatti di chiunque vi metta piede anche solo per una mattinata).

Set di diversi film tra cui 007 (interprete Roger Moore), teatro di moltissimi eventi (dalle kermesse cinematografiche alla celeberrima serie di tavole rotonde e presentazioni di libri come Cortina Incontra), Cortina è però anzitutto, anche se lo si dimentica spesso, suggestiva stazione sciistica. Piste che scendono lungo il dorso dei sassi delle fantastiche Dolomiti, cosi belli specie al tramonto, e che offrono panorami dalla vegetazione e dal fascino straordinari. L’Olympia delle Tofane è una discesa mozzafiato per qualità dello sci e panorama. Si raggiunge in funivia da Piè Tofana fino al rifugio Duca d’Aosta e poi dal Duca d’Aosta a Pomedes. Per chi non se la sente, e desidera soltanto ammirare la pista dall’alto, il Rifugio Pomedes offre una splendida visuale sull’Olympia delle Tofane e sull’incredibile circondario ampezzano. Ma per sciare, da Socrepes al Cristallo a Faloria, ce ne e’ davvero per tutti i gusti e tutte le capacità.

Eppure, a Cortina c’è sicuramente la maggior percentuale di turisti che sciare, non scia. Fa altro. Anzitutto, camminare. Su 400 chilometri di sentieri. Si possono raggiungere facilmente i laghi Ghedina o Limedes, il panoramicissimo rifugio Mietres, o Malga Federa. Oppure si possono affrontare i Monti Pallidi, con i loro sentieri museo all’aperto della Grande Guerra, in cui la Valle era fronte nevralgico dello scontro tra italiani e austroungarici (i musei all’aperto del Lagazuoi, delle 5 Torri, del Sasso di Stria e dal museo del Forte Tre Sassi sono stupendi).

Cortina, frequentata da sempre, anche per queste ragioni politico geografiche di confine, da ricchi viaggiatori internazionali, è già stata padrona di casa dei Giochi Olimpici del 1956 (i primi a essere trasmessi in televisione, il che la consacrò come meta turistica d’eccellenza), dei Mondiali del 2021, è tappa fissa della Coppa del Mondo di sci maschile e femminile, ma accetta la sfida dei tempi moderni e si rinnova. Sono in corso alcune acquisizioni immobiliari di altissimo livello e altrettante ristrutturazioni di strutture ricettive già bellissime e prossimamente da sogno. I ristoranti storici sono sempre assiepati di richieste, spesso con mesi di anticipo (“Da noi prenotano a settembre per il pranzo dell’8 dicembre”, mi disse lasciandomi incredulo Romeo, il proprietario del Camineto, celeberrimo per la terrazza con vista mozzafiato su tutta la valle, e per i suoi fantastici spaghetti alla cipolla).

A Cortina infatti si mangia benissimo: Dolomiti Lodge, Baita Fraina, lo stesso Camineto, Villa Oretta, Lago Pianozes, Agriturismo Ghedina, Baita Pie Tofana (mitico il proprietario, Michel), o lo stellato San Brite (e ne dimentico di sicuro qualcuno) sono posti fantastici, dove il cibo, il bere, la vista, la qualità del tempo che vi si scorre vale tutto il prezzo del biglietto, per intenderci. È chiaro: non parliamo di una località economica, essendo Cortina esclusivissima e di lusso. Eppure resistono posti locali caratteristici dove mangiare benissimo a prezzi relativamente popolari (al ristorante El Bronsin, per esempio, di fronte al Grand Hotel Savoia).

Resta inevasa la ‘annosissima’ questione dell’aeroporto che era tornata d’attualità grazie alle prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina su cui la Fondazione sta cercando di rimontare un colossale ritardo relativo alla realizzazione delle infrastrutture, e che porterà alla realizzazione di una nuova variante del Longarone che accorcerà i tempi di percorrenza da Venezia, che oggi sono più o meno di un’ora e mezza dall’aeroporto Marco Polo, elegantissimo.
Le Olimpiadi saranno un’occasione unica da cogliere per tutti i protagonisti produttivi della regina delle Dolomiti, che già oggi enumerano le infrastrutture sportive figlie delle olimpiadi del 1956: lo Stadio del Ghiaccio, impianto più importante per dimensioni che ospitò cerimonia di apertura e chiusura, la gloriosa pista da bob intitolata a Eugenio Monti accanto a cui potete mangiare un fantastico panino al Bob Bar, e il Trampolino Italia, a cui si arriva da località Zuel di Sotto. Da qui una breve passeggiata in mezzo al bosco permette di arrivare al Trampolino da cui si lanciò James Bond per sfuggire a un tedesco che lo inseguiva oppure, se si preferisce ammirarlo da una diversa prospettiva, si può arrivare in macchina fino alla ex pista di atterraggio dei saltatori da cui il trampolino è perfettamente visibile.

Insomma, chi non è ancora mai stato a Cortina, che ci vada, se può. Chi per sua fortuna o merito ci è già stato, ci tornerà sicuramente. E assisterà a tradizione e innovazione, ma anche, specie nelle feste comandate, a una strana convivenza tra esuberanza romana e produttività veneta. Divertente.