Il sovrappeso, l’obesità e i disturbi del comportamento alimentare sono in continuo aumento tra i nostri adolescenti ed è un dato di fatto che i nostri ragazzi passano molto tempo con lo sguardo incollato su smartphone e tablets frequentando in maniera assidua i social media che possono influenzare sia in senso positivo che negativo il loro comportamenti sociali, il tono dell’umore e il comportamento alimentare.
Dobbiamo riflettere sul fatto che se da una parte la comunicazione virale tra coetanei sui social potrebbe rappresentare un modo efficace per promuovere stili di vita salutari dall’altra l’uso estensivo durante la giornata degli stessi è stato associato a disordini del comportamento alimentare, aumento della sedentarietà, aumento dell’isolamento sociale con effetti non sempre positivi sulla salute fisica e psichica dei nostri ragazzi. In particolare uno studio ha evidenziato come l’uso dei social media in un campione di studenti delle scuole medie, per lo più latini (68%) era correlato negativamente con il consumo di frutta e verdura e, viceversa, fortemente correlato con il consumo di fast food e cibo spazzatura evidenziando un’associazione tra l’alimentazione disordinata e veri e propri disturbi del comportamento alimentare.
Di contro le stesse piattaforme di social media e le app di intervento nutrizionale o di gioco mobile (ad esempio Food Hero) potrebbero rappresentare un’arma fenomenale per i nostri giovani per aumentare la consapevolezza, la conoscenza e stimolare le motivazioni a condurre uno stile di vita più sano, ma purtroppo la “rete “ è anche piena di blog, e video autoprodotti che promuovono stili di vita e comportamenti autolesionistici dando spazio all’ideale patologico del raggiungimento di una eccessiva magrezza o di un corpo perfetto ipertrofico e muscoloso ed aprendo la strada a malattie in continuo aumento come l’anoressia e la bulimia oppure a uno stile di vita dove l’attenzione ossessiva verso la propria alimentazione sia in termini qualitativi che quantitativi e l’eccessivo esercizio fisico sono i sintomi di un disagio verso la propria immagine corporea.
L’influenza della condivisione di immagini ritenute positive e che generano un senso di “appartenenza” tra gli adolescenti può, ad esempio, essere riassunto da un estratto di uno studio eseguito su un gruppo di adolescenti svedesi sui marchi alimentari più di moda tra le nuove generazioni dove una partecipante di 14 anni ha spiegato il significato di una condivisione di un’immagine di Starbucks come segue: “Anche se non si è mai bevuto una bevanda di Starbucks o visitato il posto, lo si ama comunque, perché si sa che tutti gli altri ci vanno”.
Per capire meglio come la diffusione delle immagini pubblicate via social media possano avere un’influenza sul comportamenti alimentare è interessante notare ciò che è emerso da uno studio che ha esaminato una correlazione tra le immagini degli alimenti che venivano pubblicati on line e la loro assunzione da parte dei ragazzi concludendo che il 68% dei ragazzi intervistati affermava di assumere cibi ipercalorici e poveri di nutrienti, e solo il 22% privilegiava una alimentazione più sana ricca di frutta e verdura. D’altro canto i social media potrebbero anche utilizzati come supporto sociale per modelli alimentari positivi come dimostrato da alcune ricerche che hanno analizzato come il supporto peer-to-peer per le adolescenti in sovrappeso o obese che hanno utilizzato Facebook Messenger ha aumentato la loro motivazione a prendersi cura del proprio stile di vita come, al contrario, contenuti online pro-anoressici autolesionistici sono stati trovati all’interno di un grande numero di blog di adolescenti evidenziando come il doversi sentire accettati in qualche modo dai propri coetanei, i conflitti con i genitori e con l’ambiente sociale che li circondava erano sintomi di un disagio psicologico che si rifletteva sullo stile di vita e che veniva comunicato tra i ragazzi sui social media.
Nel 2018 uno studio condotto su studentesse universitarie, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni presso l’Università di Cordoba, ha identificato come le ragazze riferissero livelli moderati di insoddisfazione corporea e preoccupazioni per il proprio corpo costantemente e fortemente associati a disturbi della condotta alimentare con una evidente correlazione tra alti livelli di insoddisfazione corporea e il desiderio di ottenere un’immagine corporea più magra accentuata dall’utilizzo quotidiano e compulsivo dei social media. L’ideale di magrezza promuoveva stili di vita non salutari quali diete restrittive, aumento dell’insoddisfazione corporea, eccessivo esercizio fisico, senso di perfezione in molti aspetti della propria vita sociale e tutto ciò era aumentato dall’accesso quotidiano ai social network dove le immagini e i contenuti incoraggiano le ragazze ad aspirare a ideali corporei irrealistici e irraggiungibili mentre, a livello biologico, era evidenziata una correlazione con i livelli più elevati di testosterone prenatale intrauterino aprendo la strada all’ipotesi di una possibile causa biologica dei disturbi alimentari.
In conclusione le istituzioni dovrebbero valutare in futuro il ruolo del coinvolgimento dei social media, delle aziende alimentari, degli influencer per promuovere stili di vita sani e supportare i ragazzi verso la consapevolezza di come una sana nutrizione associata ad un regolare esercizio fisico potrebbero essere strumenti veramente efficaci per la loro salute evitando comportamenti sia eccessivamente restrittivi che troppo disinibiti soprattutto verso cibi spazzatura, bevande zuccherate ed alcol che favoriscono l’espandersi di una pandemia metabolica che mette a repentaglio la salute globale del pianeta.
