Csm, la casa di vetro impermeabile a tutto

Discorso a parte meritano le continue esternazioni del consigliere Piercamillo Davigo. A memoria non si ricorda un componente dell’organo di autogoverno della magistratura che punti a sostituirsi al legislatore dettando quelle che dovrebbero essere, secondo lui, le riforma in materia di giustizia. Al massimo il Csm può dare dei pareri, non vincolanti, all’inquilino di via Arenula. La sintesi di quanto accade a pizza Indipendenza può essere lasciata ad Andrea Mirenda, giudice di sorveglianza a Verona, da sempre critico con la deriva correntizia della magistratura e con le disfunzioni del Csm. Scrive Mirenda sulla sua pagina Fb: «Passano i giorni e nessuno parla. Tace la nobilissima Anm, e con essa il suo illuminato presidente, ancorché sempre pronta ad intervenire sui massimi sistemi copernicani; tace il vice presidente del Csm, quello per intenderci che esaltava il rinnovamento del lauto governo dopo l’ignobile traffico notturno per pilotare le principali nomine delle Procure italiane; tacciono i capi e capetti delle correnti,e tace addirittura il presidente della Repubblica a cui solo dobbiamo la simpatica scelta di far eleggere in tre rate quell’organo anziché scioglierlo per ridare ai magistrati il diritto di pronunciarsi fino in fondo sui miasmi emersi. A questo punto ogni cittadino ha il diritto di pensare ciò che vuole di un sistema siffatto, di certi modi di intendere la magistratura e la toga ed infine di invitare ciascuno dei sunnominati a darsi l’insulto che preferisce».