Non il consueto supplemento economico ma un giornale-laboratorio che lavora in alleanza con Il Riformista con l’obbiettivo di far pensare. È il settimanale Il Riformista-Economia, che sarà in edicola tutti i lunedì a partire dal 21 settembre, diretto da Renato Brunetta, che può contare su un comitato scientifico composto dal giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, dagli ex ministri dell’Economia, Giovanni Tria e Pier Carlo Padoan, e da Marco Bentivogli, già segretario generale della Fim-Cisl. Gente che non se ne starà in una torre d’avorio scendendone solo per qualche seminario, ma parteciperà direttamente, scrivendo articoli. «Missione: aiutare la classe politica, i gruppi dirigenti e la società civile a riflettere sulle riforme come regole, investimenti e comportamenti», ha detto Brunetta presentando l’iniziativa editoriale, ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alla Camera dei deputati e alla quale, tra gli altri, hanno partecipato Marco Bentivogli e Giovanni Tria, insieme al direttore e alla condirettrice del quotidiano Il Riformista, Piero Sansonetti e Deborah Bergamini.
«Metteremo insieme esperienza politica, accademica e di vita reale: sarà un foglio di battaglia politica, intellettuale, culturale e sociale per far pensare chi non la pensa come noi». Si tratta di colmare un vuoto, secondo Bergamini: «Troppo spesso gli italiani comprano i giornali per leggere quel che già pensano: Il Riformista va in senso contrario a questa tendenza»· E a meno di un anno dal suo primo numero raddoppia. Con un giornale che si occupa di economia «non per usarla come una clava nella lotta tra partiti», ha spiegato Sansonetti. «Il nuovo giornale sarà un terreno su cui si esercita l’azione e l’ideazione dei riformisti, dando spazio al confronto tra posizioni diverse». I membri della direzione scientifica, da Cassese a Padoan, da Tria a Bentivogli, «porteranno la loro esperienza, cultura e sensibilità dentro il giornale, ha sottolineato Brunetta.
Oltre a loro collaboreranno molte altre personalità del mondo accademico, imprenditoriale, sindacale e politico. «Il Riformista-Economia sarà un luogo di dibattito, una fucina di idee, utili a stimolare coloro che sono chiamati a realizzare quelle grandi riforme mai realizzate, ma indispensabili per il Paese. Siamo il Paese culla della civiltà, eppure a volte si vede tanta inutile ferocia. Se riusciamo a rendere con le riforme questo Paese meno inutile e feroce, la nostra missione avrà avuto successo». I tempi sono cruciali e l’occasione è unica: 300 miliardi da spendere per il futuro. Non si tratta di tracciare le linee guida del Recovery Plan. Ma si tratta certamente «di far riflettere sia il centrodestra che il centrosinistra». Anche perché «le riforme buone restano, ma a volte anche quelle cattive». «Senza un grande piano di riforme questo paese non va avanti», ha aggiunto Sansonetti «delineando la strategia editoriale. «Sono molti anni che nessuno è in grado di guardare al dopodomani, tutti pensano solo all’oggi. Bisogna immaginare l’Italia del dopodomani, tra un ventennio».
Come il quotidiano, il settimanale economico «sarà un laboratorio aperto», ha detto Deborah Bergamini: «Siamo un giornale che ha avuto un approccio garantista, non demagogico, che credo sia abbastanza un unicum». Il Riformista-Economia si prefigge di offrire ai lettori e agli stakeholders uno strumento di analisi e di libero confronto sui temi strategici ed economici cruciali per il futuro del Paese. Oltre il conformismo, e oltre certe banalità.
