Dal Mondo, con Israele: la guerra contro il leader assoluto dell’Asse del male

Il testo di questo appello è stato scritto, e firmato, prima dell’attacco USA alle tre centrali nucleari iraniane destinate a distruggere Israele e a ricattare il mondo. Assume oggi ancora più importanza a fronte delle convulsioni di una teocrazia in declino che risponde assassinando i dissidenti, minacciando di destabilizzare i commerci internazionali e bombardando i civili israeliani.

La guerra che oggi Israele sta combattendo contro il progetto distruttivo dell’Iran non è necessaria solo per la sua sopravvivenza. È la condizione indispensabile perché sia sconfitto il leader assoluto dell’Asse del male, capofila e fomentatore di guerre terroristiche in tutto il mondo, la cui massima espressione è stata la macelleria del 7 ottobre 2023. Se è vero che l’Iran sta perdendo le guerre terroristiche per procura organizzate contro Israele da Gaza, dalla Cisgiordania, dalla Siria, dal Libano, dall’Iraq, dallo Yemen, questo non significa che le ambizioni di dominio del regime iraniano siano estinte, anzi.

Stare dalla parte di Israele, in questa guerra, significa stare dalla parte della democrazia e non di chi vuole un mondo che cancelli gli ebrei e poi tutti gli “infedeli”, un mondo di terrore e di oppressione di ogni libertà. Significa stare dalla parte dello stesso popolo iraniano, che merita di essere liberato dal giogo di un regime teocratico, portabandiera dell’islamismo politico che opprime e uccide le donne, impicca gli omosessuali e i dissidenti, incarcera e tortura i dimostranti.

Credendosi libero di poter perseguire impunemente il proprio programma atomico di ricatto e distruzione, ormai quasi compiuto, l’Iran degli ayatollah ha mostrato con chiarezza quale sia la posta in gioco: la cancellazione di Israele, da cui muovere verso altri obiettivi di distruzione.
Ecco perché invitiamo chi non si arrende alle minacce iraniane, che sono un pericolo non soltanto per Israele ma per tutto il mondo libero, a condividere questo appello, a sostenerne e diffonderne le ragioni. Stando dalla parte di Israele non solo perché è giusto per Israele, ma perché è necessario per tutti noi.

Elliott Abrams
già consigliere per la sicurezza nazionale di tre presidenti degli Stati uniti d’America

José María Aznar
già primo ministro spagnolo

Rafael Bardaji
già consigliere per la sicurezza nazionale del governo spagnolo, fondatore di Friends of Israel

Bat Ye’Or
storica e scrittrice egiziano-britannica

Georges Bensoussan
storico francese

Edwin Black
storico e giornalista americano

Alexandre Del Valle
politologo francese, studioso del Medio oriente

André Gattolin
accademico francese, già senatore

Mariastella Gelmini
parlamentare italiana

Willem J. Glashouwer
Reverendo, presidente Christians for Israel International

Richard J. Kemp
colonnello dell’esercito britannico nelle guerre contro il terrorismo

Mark R. Levin
analista e commentatore televisivo americano

Fiamma Nirenstein
giornalista e scrittrice

Žygimantas Pavilionis
vicepresidente del Parlamento lituano

Daniel Pipes
storico americano, fondatore del think tank Middle East Forum

Marco Scurria
parlamentare italiano

Giulio Terzi di Sant’Agata
ambasciatore, parlamentare, già ministro degli Esteri

Khaled Abu Toameh
analista del mondo arabo

Philippe Val
scrittore, già direttore di Charlie Hebdo e di France Inter

Alejo Vidal-Quadras Roca
già vicepresidente del Parlamento europeo

Mark D. Wallace
già ambasciatore USA presso le Nazioni Unite