Dal solenne Togliatti agli insulti dei pentastellati a Schlein ‘colpevole’ di aver condannato Putin

La segretaria del Partito democratico Elly Schlein durante la festa de Il Fatto Quotidiano, Roma, Sabato 13 Settembre 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Secretary of the Democratic party Elly Schlein during the event organized by Il Fatto Quotidiano newspaper, Rome, Saturday, September 13, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Leggo sempre con grande interesse i ricordi sul vecchio PCI che si scambiano, essendo dei nostalgici, nel senso buono del termine, Claudio Velardi e Chicco Testa. Per quello che mi riguarda, essendo sempre stato esterno al PCI, in alcuni momenti simpatizzante in altri momenti del tutto contrastante, ricordo i rigorosi rapporti che il PCI aveva coi partiti alleati, quasi sempre totalmente subalterni.

Queste memorie sono riaffiorate di fronte allo spettacolo straordinario offerto qualche giorno fa dalla Festa del Fatto Quotidiano che ha messo in evidenza come tutti i meccanismi e le gerarchie esistenti nella sinistra italiana egemonizzata dal PCI, non sono cambiate ma addirittura rovesciate. L’on. Schlein, segretaria del partito guida dell’opposizione è stata invitata alla Festa del quotidiano di Travaglio che, di fatto, poteva essere scambiata benissimo per un ritrovo dei pentastellati, data la comunanza di idee. Quando la dem si è permessa, davanti a quell’accolita di putinisti, di condannare l’aggressione russa all’Ucraina senza neanche aggiungere di auspicare un sostegno in armi a quel popolo aggredito, è stata interrotta, contestata, sostanzialmente smentita e sbertucciata.

Certamente nella storia del PCI non è mai avvenuto che in un’assemblea di “alleati”, il segretario del partito sia mai stato contestato. Se fosse avvenuto, certamente si sarebbe rivolto al servizio d’ordine che lo accompagnava perché i provocatori fossero allontanati dalla sala. In questo caso, però, sembra che i provocatori fossero larga parte dei partecipanti. E così hanno tacitato la segretaria del partito erede del PCI. Che questa eredità sia ormai quasi inesistente è dimostrato dalla assenza di reazioni a quelle che, in altra epoca, sarebbero state definite delle “inaccettabili provocazioni”. Invece Schlein si è incartata il tutto, perché evidentemente le regioni valgono non solo una messa, ma anche una serie di fischi e di insulti degli alleati da tenersi stretti comunque, pur di provare a giocare la partita elettorale.

Avendo avuto la fortuna di conoscere molti dei dirigenti storici del PCI, non posso fare a meno di immaginare quale sarebbe stata la reazione non di un segretario generale del PCI come Togliatti, Longo, Berlinguer, ma anche di un dirigente di primo livello quale il fumantino Giancarlo Pajetta e anche il più pacato ma reattivo Gerardo Chiaromonte. Di tutto ciò non c’è più alcun segno. La simpatica radical di stampo americano Elly Schlein ha incassato fischi e insulti in nome di una futura unità. Ma quale unità se, a parte la contrapposizione, regione per regione, al centrodestra, le differenze tra il Pd e il M5S riguardano addirittura la geopolitica, i rapporti internazionali, la valutazione sulla politica aggressiva di Putin? Ma avendo una divergenza di questo tipo sulla politica estera, Schlein pensa, al netto degli insulti, di poter rappresentare una alternativa di governo? La risposta ai posteri.