Data center, la strada per l’evoluzione in Italia

Mediterra Press Tour al Data Center al Polo Tecnologico. Nella foto il data center del Polo Tecnologico. Martedì 26 Marzo, 2025 (foto Valentina Stefanelli / LaPresse) Mediterra Press Tour at the Data Center at the Technological Pole. In the photo, the data center of the Technological Pole. Tuesday, March 26, 2025 (photo Valentina Stefanelli / LaPresse)

I data center sono il cuore dell’infrastruttura digitale che sostiene i servizi cloud e le applicazioni quotidiane. In passato, erano concentrati in pochi grandi hub internazionali, gestiti dagli hyperscaler. Negli ultimi anni, però, questi hanno iniziato a localizzare anche in Italia, mentre i provider italiani hanno sviluppato infrastrutture sul territorio nazionale, rafforzando l’autonomia tecnologica del Paese.

I principali data center italiani si trovano tra Milano, Torino e Roma, ma è in corso una crescente distribuzione regionale, grazie agli investimenti degli operatori italiani e internazionali e alle nuove esigenze locali. Questo modello garantisce bassa latenza e alte prestazioni, insieme a resilienza e controllo sui dati: requisiti fondamentali per abilitare servizi come industria 4.0, veicoli connessi, sanità digitale, Internet delle cose e cloud gaming. Anche le Content Delivery Network (CDN), che distribuiscono i contenuti più richiesti vicino agli utenti, traggono vantaggio da questa infrastruttura distribuita.

Disporre di data center distribuiti sul territorio rafforza la sovranità digitale: il trattamento locale dei dati favorisce la conformità normativa, riduce la dipendenza da infrastrutture extraeuropee e migliora il controllo su dati pubblici e privati. Un aspetto cruciale, ma meno evidente, riguarda l’evoluzione della rete Internet nazionale. Oggi il traffico è fortemente centralizzato sugli Internet Exchange Point (IXP) di Milano, Roma e Torino: anche i servizi locali spesso transitano da questi hub, con impatti su efficienza e latenza. Realizzare una rete più distribuita significa costruire IXP regionali e collegare direttamente data center e operatori, per migliorare l’accesso ai servizi digitali.

Gli operatori di rete hanno un ruolo chiave nella transizione verso un’infrastruttura digitale distribuita. I loro PoP (punti di presenza), oggi impiegati per instradare il traffico, possono diventare nodi integrati con i data center regionali, abilitando servizi anche fuori dai grandi poli. In prospettiva, potranno inoltre contribuire allo sviluppo dell’edge cloud, portando capacità computazionale vicino agli utenti finali.

Il modello emergente è una rete territoriale di data center interconnessi, con migliori prestazioni e maggiore controllo. Perché si affermi, servono investimenti e una visione condivisa, ancora troppo spesso assenti. Le politiche pubbliche dovrebbero puntare non solo sui data center, ma su un ecosistema aperto e interconnesso. Oltre alle infrastrutture, vanno promossi meccanismi abilitanti che rendano questo ecosistema realmente fruibile e capace di generare valore: API aperte, IXP distribuiti, partenariati locali per l’edge computing.