Erano una sorta di Green pass ante litteram, una card vaccinale doveva servire anche per accedere ai mezzi pubblici e muoversi così in Campania. Ora la carta ideata dalle Regione guidata da Vincenzo De Luca finisce nel mirino della Corte dei Conti che, come scrive Repubblica, sotto traccia ha aperto un fascicolo “coperto da segreto”.
Inchiesta che dovrà fare luce su un possibile spreco di risorse pubbliche, impiegati per l’acquisto delle tessere presentate da Vincenzo De Luca in una delle consuete dirette su Facebook del venerdì pomeriggio nel maggio del 2021.
Uno strumento che nelle intenzioni dell’ex ‘sindaco sceriffo’ di Salerno doveva promuovere la campagna di vaccinazione sul territorio: per la carta, simile alla tessera sanitaria, con colori tra l’azzurro e il blu, una scritta in bianco di “Attestato di vaccinazione” e sotto dati personale e QR Code, la Regione aveva speso tre milioni di euro.
Come ricorda Repubblica, alla gara indetta dalla Soresa (la centrale acquisti della Regione) partecipata solo una società, la bolognese Ermes. L’accordo è quello di una fornitura di 3,5 milioni di card al prezzo di 90 centesimi l’una, per un costo totale di poco superiore ai 3 milioni di euro.
La card vaccinale campana viene però ‘superata’ dall’introduzione del Green pass da parte del governo e oggi dunque la sua utilità è pari a zero.
Non solo. Sempre Repubblica ricorda come il progetto di De Luca venne inizialmente bocciato dal Garante della privacy perché non poggiava su alcuna base giuridica: “Disposizioni di questa natura, che condizionano diritti e libertà personali sono ammissibili, infatti, solo se previsti da una idonea normativa nazionale e non da un’ordinanza regionale”, erano le motivazioni.
Nel mirino poi ci sono anche le modalità di consegna delle carte: inizialmente infatti venivano spedite a casa con posta raccomandata o portate a casa direttamente dal personale delle aziende sanitarie. Per la Corte dei Conti potrebbe essere un ulteriore danno erariale da contestare.
