Decreto Aiuti e manovra, il bluff del governo Meloni

Alla fine, con l’eredità lasciata da Mario Draghi, il premier Meloni vara il decreto aiuti. E’ questa la parabola di un Governo, che in campagna elettorale ha saputo parlare alla pancia delle famiglie, e alla prova dei fatti usa la dote di 9,1 miliardi “ereditati” dal precedente governo – quello osteggiato nella scorsa legislatura e fatto cadere con la complicità di Lega e Forza Italia – per le misure contro il caro-energia.

A questo, si aggiunga la manovra per la legge di Bilancio, che dovrebbe valere una trentina di miliardi, ma 22 (in deficit) sono destinati a contrastare l’aumento dell’energia, quindi bisogna trovarne altri 7 o 8. E per trovarli, una delle strade che saranno battute, sarà certamente la stretta sul reddito di cittadinanza. L’altra, sarà la revisione selettiva del superbonus edilizio. Insomma, tradotto in parole povere, la prima manovra economica di questo Governo sarà quella di aumentare il debito, che ovviamente ricadrà sulle famiglie. Ampliando sempre più la forbice sociale tra ricchi e poveri.

Ci saremmo aspettati qualcosa di meglio, ma lo sapevamo già. Per questo motivo crediamo che una proposta diverso avrebbe messo al sicuro gli italiani da aumenti e soprattutto speculazioni. In Italia esistono due diversi sistemi di gestione del mercato dell’energia: il servizio di maggior tutela ed il mercato libero. Il primo ha lo scopo di tutelare i consumatori dalle forti oscillazioni di mercato e a stabilire il prezzo è l’Autorità di regolazione per energia reti e ambienti, e lo fa in base all’oscillazione del valore delle materie prime sul mercato. Questa tutela terminerà il 10 gennaio 2024, un anno in più degli aiuti previsti dal Governo, scadenza entro la quale verrà assegnato il servizio a tutele graduali ai clienti domestici elettrici che in quel momento non avessero ancora scelto un fornitore del mercato libero, garantendo la continuità della fornitura.

Ecco, noi pensiamo che prorogare questa scadenza del 10 gennaio 2024 fino a quando non si sarà stabilizzato il mercato è una strada da seguire. Questo consentirebbe di mettere un freno alle speculazioni di mercato e nel mentre, determinerebbe un risparmio per i conti pubblici, che in questo modo non dovrebbe ricorrere ad aiuti e bonus per le famiglie e le piccole imprese che sono ancora in regime di contratti tutelati. In caso contrario, se le oscillazioni di mercato continuassero, alla scadenza del bonus, il Governo ne dovrà prevedere di nuovi se non vorrà ritrovarsi in una drammatica situazione sociale.