Delmastro deve dimettersi. Bisogna agire con disciplina e onore e lui non si ispira a questi criteri

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, FRATELLI D'ITALIA

Nel Sì & No del giorno del Riformista spazio al dibattito sul caso Pozzolo e sul coinvolgimento del sottosegretario Delmastro. Quest’ultimo deve dimettersi? Ne scrivono Luana Zanella (Capogruppo Verdi-Sinistra alla Camera) sostenendo la tesi del sì, e Alessia Ambrosi (Deputata Fratelli d’Italia) per il no.

Di seguito il commento di Luana Zanella

Mi si chiede perché il sottosegretario del ministro della Giustizia Andrea Delmastro debba lasciare il suo incarico: io dico che la domanda giusta è come mai sia ancora lì. Delmastro si è reso protagonista di due casi palesemente in contrasto con lo spirito costituzionale: all’articolo 54, infatti, la Carta fondamentale del nostro Stato dice che i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore. L’attuale sottosegretario non si ispira a questi criteri, tantomeno lo fanno i suoi compagni di “merende”.

Mi riferisco ai deputati di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ed Emanuele Pozzolo. Il primo si è reso protagonista di un attacco violentissimo alle opposizioni in occasione del caso dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto in regime carcerario di 41/bis, cioè di speciale sorveglianza, accusandoci di intrigare con i boss: lo fece manipolando a fini politici informazioni d’ufficio provenienti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria dategli la sera prima dal suo coinquilino, Delmastro appunto. Immaginiamo i due sdraiati sul divano di casa a scambiarsi notizie riservate per gettare cattiva luce sulle opposizioni. Per questa vicenda, e dopo un esposto del nostro co-portavoce Angelo Bonelli, Delmastro è stato rinviato a giudizio dal Gup di Roma per rivelazioni del segreto d’ufficio: il processo inizierà il prossimo 12 aprile. Tutto questo non è bastato a convincere la presidente del Consiglio, nonché leader del partito di Delmastro, a pretenderne le dimissioni.

Ora si aggiunge il caso Pozzolo, il deputato-sceriffo che va in giro con una pistola, non si sa bene per quali urgenti e serie ragioni di sicurezza, e che ha quasi ammazzato un uomo durante la festa di capodanno trascorsa con Delmastro. La magistratura chiarirà i fatti, ma sta emergendo che Pozzolo, dopo aver invocato l’immunità parlamentare (santo cielo, ci disonora!) con gli inquirenti che volevano procedere agli esami di rito, ha provato a sostenere che il colpo non sarebbe partito da lui ma un testimone lo inchioda. Delmastro era lì, ha forse dato consigli all’intrepido amico su come comportarsi? Comunque sia andata è indecente che Pozzolo usi una pistola come fosse un giocattolo (ma perché gli è stato dato un porto d’armi? La tiene nei pantaloni anche quando viene alla Camera dove sovente il clima si surriscalda e spesso i virili deputati maschi di Fratelli d’Italia alzano le mani?). Ebbene, nulla di disciplinato o di onorevole si può rintracciare nel portarsi dietro una pistoletta da borsa a una festa durante la quale piccole creature si rincorrono e giocano rischiando il peggio. Giorgia Meloni non può arroccarsi dietro il nulla: lei deve essere d’esempio, cacci Delamstro, sarà più credibile e meriterà più rispetto.