Tra le sue ultime volontà un funerale semplice, il suo corpo sarà liquefatto
Desmond Tutu, l’ultimo saluto all’eroe anti-apartheid: “Quando eravamo al buio, lui ha portato la luce”
Una cerimonia semplice, la bara la meno costosa possibile e che chi vuole faccia donazioni in beneficenza invece di acquistare corone di fiori. E infine ha chiesto anche che il suo corpo venga cremato. Sono state queste le ultime volontà dell’ arcivescovo Desmond Tutu, eroe nazionale dell’anti-apartheid morto a 90 anni lo scorso 26 dicembre. Il 1 gennaio a Cape Town si svolgono i funerali nella cattedrale di San Giorgio dove Tutu officiava quando l’apartheid era ancora in vigore in Sudafrica: proprio da quel pulpito, l’arcivescovo anglicano ha denunciato per anni il regime della minoranza bianca che ha discriminato la maggioranza nera del Paese dal 1948 al 1991.
Tutu, arcivescovo a San Giorgio per 35 anni, ottenne il premio Nobel per la pace nel 1984, e dieci anni dopo fu nominato dal primo presidente nero Nelson Mandela membro di una Commissione per la verita’ e la riconciliazione istituita per indagare sui crimini commessi durante l’apartheid. Nei giorni scorsi, migliaia di persone provenienti da tutto il Paese sono sfilate davanti alla bara di pino decorata con un mazzo di garofani bianchi, nella camera ardente della cattedrale.
“Quando eravamo al buio, lui ha portato la luce”, ha detto l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, il capo della chiesa anglicana mondiale, in un messaggio video mostrato mostrato durante il requiem celebrata in onore di Tutu nella cattedrale di San Giorgio. “Per me lodarlo è come un topo che rende omaggio a un elefante”, ha detto Welby. “Il Sudafrica ci ha dato esempi straordinari di leader torreggianti della nazione arcobaleno con il presidente Nelson Mandela e l’arcivescovo Tutu…. La luce di molti premi Nobel si è affievolita nel tempo, ma quella dell’arcivescovo Tutu è diventata più luminosa”.
La salma dell’arcivescovo Desmond Tutu verrà liquefatta, ovvero sottoposta ad un procedimento chimico ritenuto un’alternativa ecologica alla cremazione: lo riporta la Bbc. Era “ciò a cui aspirava come eco-guerriero”, ha detto il reverendo Michael Weeder, decano della cattedrale di San Giorgio. Secondo la tecnica della cosiddetta ‘acquamazione’ o ‘cremazione acquatica’, il corpo viene ‘sciolto’ in una soluzione di idrossido di potassio ad una temperatura di 93 gradi centigradi con un processo chiamato idrolisi alcalina che dura 3-4 ore. Al termine rimangono le ossa, che vengono ridotte in polvere e consegnate ai parenti del defunto all’interno di un’urna, ed il liquido risultante dallo scioglimento dei tessuti – privo di DNA – che viene smaltito nel condotto fognario. Il processo è considerato più ecologico della cremazione perchè consuma meno energia e non produce emissioni.
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