Dimagrire con i prodotti dolci ma “no sugar”: vantaggi e controindicazioni dei dolcificanti artigianali

Già negli anni ‘90 si parlava di “diet Industry” ed è ormai noto come l’industria delle diete, con tutti gli interessi economici connessi, sia abilissima a farci credere come un qualsiasi alimento sugar-free possa aiutarci a perdere peso. Ecco dunque che i banchi dei supermercati si sono riempiti di biscotti, dolci, bevande, gomme da masticare, yogurt, smoothie con i cosiddetti ”No-sugar sweeteners”, o di dolcificanti artificiali non zuccherati quali l’aspartame, la stevia, il sucralosio, l’eritritolo, che teoricamente dovrebbero avere solo effetti positivi per la nostra salute, non aumentando la glicemia e l’insulina e favorendo così la lotta al sovrappeso e all’obesità e privi, quindi, di qualsiasi effetto collaterale e rischio per la salute.
Recentemente però numerose segnalazioni in letteratura, pur non arrivando a conclusioni definitive, hanno messo in guardia il mondo scientifico sui potenziali rischi legati all’assunzione di questi dolcificanti. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “Cell” nel 2022, per esempio, ha evidenziato che questi sostituti dello zucchero non sono metabolicamente inerti e possono invece alterare il microbioma intestinale influenzando in maniera negativa i livelli di glucosio nel sangue.
Durante uno studio condotto su 120 adulti sani, il gruppo di pazienti che per due settimane aveva utilizzato quotidianamente saccarina, sucralosio, aspartame o stevia mostrava, infatti, una alterazione sia della flora batterica (microbioma) intestinale che di quella orale. Un altro studio, pubblicato nel 2023 sul Journal of Toxicology and Environmental Health, ha evidenziato come il sucralosio, messo a contatto con la parete intestinale, potesse provocare danni al DNA delle cellule intestinali favorendo un’alterazione della permeabilità intestinale con sintomatologia caratterizzata da sensazione di bruciore, digestione dolorosa, diarrea, gas e gonfiore gastrointestinale, consigliando così una rivisitazione della sicurezza nell’assunzione di questo prodotto in quanto potenzialmente nocivo per la salute. D’altro canto, però, la FDA (U.S. Food and Drug Administration) dopo aver esaminato più di 110 studi, afferma che il sucralosio, non avrebbe effetti tossici sul sistema riproduttivo, nervoso, metabolico e non influirebbe sulla cancerogenicità.
I rischi collegati all’uso dei dolcificanti artificiali non sarebbero però limitati solamente all’apparato gastrointestinale. Ad esempio, alcuni studi hanno segnalato un potenziale rischio nell’assunzione di eritritolo per l’apparato cardiovascolare, ma pur se ogni segnalazione è interessante, l’attenta lettura degli articoli in questione ci fa comprendere come in pazienti in sovrappeso od obesi – dunque già a rischio per le malattie cardiovascolari – sia difficile identificare un solo componente alimentare come killer.
Recentemente l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha diramato una linea guida sui dolcificanti non zuccherini (NSS): aspartame, acesulfame K, advantame, saccarina, sucralosio, stevia e derivati della stevia, raccomandando di non utilizzarli per controllare il peso o ridurre il rischio di diabete, malattie cardiache o cancro.
La raccomandazione si basa sui risultati di una revisione sistematica della letteratura che ha raccolto dati da 283 studi su adulti, bambini, donne in gravidanza e popolazioni miste. I risultati suggeriscono che l’uso di NSS non conferisce alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso corporeo, dei parametri della glicemia, dell’insulina e della pressione arteriosa negli adulti o nei bambini. Infine, i risultati per le donne in gravidanza suggeriscono che una maggiore assunzione di NSS è associata ad un aumentato rischio di parto pretermine e di maggiore sovrappeso nella prole. La Linea guida dell’OMS conclude che «Sostituire gli zuccheri liberi con NSS non aiuta con il controllo del peso a lungo termine. Le persone devono prendere in considerazione altri modi per ridurre l’assunzione di zuccheri liberi, come il consumo di alimenti con zuccheri naturali, come la frutta, o cibi e bevande non zuccherati».

*Medico chirurgo Presidente Sinseb