La gestione dei flussi e l’equilibrio tra domanda e capacità ricettiva sono diventati temi strategici. In questo contesto si inserisce l’attività di GetYourGuide, marketplace internazionale con una solida presenza anche in Italia, che punta a coniugare innovazione tecnologica, valorizzazione del territorio e partnership locali. Con oltre 22.000 esperienze in piattaforma e una rete capillare di partner, l’azienda vuole contribuire a una trasformazione strutturale dell’offerta turistica. Ne abbiamo parlato con la Country Manager della società.
GetYourGuide è una realtà internazionale con un forte radicamento anche in Italia. Quali sono oggi le principali sfide del settore?
«Oggi la gestione dei flussi rappresenta una delle sfide più impegnative per il turismo. L’obiettivo di GetYourGuide è affermarsi come partner strategico proprio per promuovere un turismo più sostenibile e distribuito. In Italia contiamo su 2.500 realtà partner e più di 22.000 esperienze, per consentire ai viaggiatori di scoprire il Paese in maniera autentica, riducendo la pressione sulle destinazioni più visitate. Il supporto della tecnologia è fondamentale: parliamo a turisti provenienti da tutto il mondo e investiamo continuamente in strumenti multilingua per migliorare l’accessibilità e garantire un servizio di alta qualità».
Uno degli obiettivi della vostra attività riguarda favorire una distribuzione più omogenea dei flussi turistici, portando visitatori anche verso attrazioni meno conosciute. Cosa fate per questo?
«Tramite la nostra piattaforma cerchiamo di porre in evidenza esperienze uniche in luoghi meno frequentati e conosciuti. Questo approccio favorisce una distribuzione più equilibrata dei flussi, contribuendo a ridurre l’affollamento nei centri nevralgici e a sostenere le economie locali. Oltre il 50% dei nostri partner italiani è costituito da aziende con meno di 5 dipendenti. Queste realtà offrono esperienze autentiche che valorizzano il patrimonio culturale del territorio. Un turismo che cresce: secondo ENIT il 78% degli italiani è interessato a viaggi lenti e soggiorni fuori stagione e l’Italia viene indicata come meta preferita per esperienze di questo tipo dal 65% dei turisti inglesi e dal 51% di quelli francesi».
Nel dibattito sul ticketing culturale è emersa l’esigenza di maggiore trasparenza e correttezza nella vendita dei biglietti. In che modo GetYourGuide garantisce affidabilità e tutela per gli utenti e per le istituzioni culturali?
«GetYourGuide non si limita alla vendita di biglietti, ma offre anche un marketplace dove i partner possono proporre esperienze complete che includono servizi aggiuntivi. I prezzi vengono definiti dai partner che scelgono di mettere i propri servizi sulla piattaforma. Noi ci impegniamo a garantire alti standard qualitativi, monitorando costantemente le attività pubblicate e intervenendo in caso di problemi causati da partner inadempienti. Siamo impegnati nel contrastare pratiche scorrette legate alla promozione di ‘biglietti salta fila’ o ‘skip the line’, rimuovendo diciture che non rispettano le condizioni stabilite dalle sedi museali partner. Vogliamo offrire esperienze affidabili, migliorare l’accessibilità alla cultura e costruire relazioni solide e durature con i soggetti pubblici».
In un contesto in cui la collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale, come state lavorando per favorire un lavoro congiunto con le amministrazioni pubbliche?
«Un esempio è quello del Castello Scaligero di Sirmione, aperto la domenica pomeriggio grazie ad un accordo chiuso di recente. Parallelamente, stiamo avviando sinergie con enti locali e musei statali per valorizzare attrazioni meno centrali, promuovere itinerari integrati e sostenere l’economia territoriale. Fondamentale il ruolo svolto dal Ministero della Cultura, che ha saputo aprire un dialogo costruttivo con gli operatori del settore, al fine di integrare innovazione e tutela del patrimonio. Riteniamo decisivi strumenti come Musei Italiani, con cui ci piacerebbe rafforzare la collaborazione, perché ne riconosciamo il valore strategico per la promozione e la fruizione dei musei su tutto il territorio».
Raccogliete ogni giorno migliaia di recensioni da viaggiatori di tutto il mondo. In che modo queste informazioni vi aiutano a capire e anticipare i bisogni dei turisti? E pensa che possano essere utili anche per le istituzioni italiane nella definizione delle politiche turistiche?
«Assolutamente, raccogliamo milioni di recensioni da visitatori di ogni provenienza, età e livello di spesa. Dati che ci permettono di capire cosa cercano i turisti, cosa funziona e quali i margini di miglioramento. Ed è così che possiamo offrire un contributo anche ai decisori pubblici. Le informazioni che raccogliamo possono diventare una bussola per chi pianifica strategie turistiche. Non parliamo di percezioni, ma di feedback autentici, che raccontano come viene vissuta l’Italia da chi la sceglie. Mettere a sistema questi dati significa non solo migliorare l’esperienza del viaggiatore, ma rendere il nostro Paese più accogliente e in linea con le aspettative del turismo globale».
