Dj Fabo, Cappato assolto: tutti più liberi

Del caso fu interessata la Corte costituzionale perché la vicenda aveva fatto emergere un potenziale vuoto normativo relativo ai diritti umani nella fase finale della vita in presenza di circostanze impensabili al tempo in cui fu scritto il Codice Rocco. Nel settembre del 2018 i giudici costituzionali, pur rilevando la necessità di definire alcune delle tutele necessarie al rispetto di una decisione da prendersi in ossequio all’articolo 32 della Costituzione, anche alla luce dell’entrata in vigore del cosiddetto “testamento biologico”, decisero di attendere per 11 mesi il legislatore per le opportune modifiche normative. La mancanza di accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle ha bloccato l’iter legislativo incardinato a partire da una proposta di legge d’iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia presentata alla Camera dall’Associazione Luca Coscioni nel 2013. Nella sua arringa finale l’avvocato Francesco De Paola, difensore di Cappato assieme a Massimo Rossi, ha precisato che «la Corte Costituzionale ha aperto la strade delle scriminanti procedurali che fanno venire meno la illegittimità del fatto nel momento stesso in cui si compie» chiedendo che il suo assistito venisse assolto «perché il fatto non costituisce reato». L’avvocato Rossi, in linea con la Procura, l’aveva invece chiesta «perché il fatto non sussiste». «L’assoluzione di Cappato ha dato libertà alla libertà», ha commentato Filomena Gallo, avvocato e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni che ha coordinato il collegio di difesa. Si tratta di una conquista giunta nelle ore in cui la madre di Cappato s’è spenta per una grave malattia. A lui i ringraziamenti perché sarà possibile finalmente scegliere della propria vita senza rischiare penalmente e a tutta la sua famiglia il cordoglio di chi ha avuto la fortuna di conoscere Alberta.