Dopo il take over Maga sulla Federal Reserve è il turno della rivoluzione in casa Bce

President of European Central Bank Christine Lagarde

La direzione impressa dalla nuova amministrazione americana è limpida. Deficit e debito federale sono destinati a salire, mentre i tassi d’interesse dovranno scendere per alimentare un nuovo ciclo di crescita drogata dal credito e, al tempo stesso, alleggerire l’onere crescente del servizio del debito. Lo stesso Trump, senza giri di parole, ha detto ieri: «Avremo presto la maggioranza. Potremmo spostare Miran in un altro incarico di lungo periodo alla Fed. I tassi devono scendere per ridurre i costi delle case».

A questo disegno si accompagna un’innovazione non meno dirompente: le stablecoin. Questi strumenti digitali ancorati al biglietto verde nascono con un obiettivo preciso: mascherare un gigantesco schema Ponzi fiscale-finanziario, capace di proiettare la supremazia del dollaro ma al prezzo di destabilizzare le altre valute fiat del pianeta. L’Europa si illude di vivere su un altro pianeta. È vero: l’indipendenza della Bce è sancita dai Trattati e, a differenza della Fed, i suoi membri non possono essere licenziati a colpi di tweet. Ma chi conosce la storia dell’euro sa che questa indipendenza è spesso più teorica che reale. In Consiglio, la colomba o il falco dipendono invariabilmente dal rapporto debito/Pil del Paese di provenienza del governatore: più alto il debito, più accomodante la posizione. Altro che “comitato tecnico indipendente”: la Bce si comporta come un’assemblea rappresentativa dei governi nazionali.

Ecco il punto: se la Fed smette di perseguire la stabilità dei prezzi come obiettivo primario, sarà inevitabile che l’intero sistema occidentale si riallinei. La Bank of England, giova ricordarlo, può essere privata dell’indipendenza con una semplice legge di Westminster. La Bce sarà l’ultima roccaforte, ma per quanto tempo potrà opporsi alla corrente reflazionistica globale senza spingere l’euro a livelli che annienterebbero la competitività industriale europea? E se una nuova crisi finanziaria scaturisse dalla Francia – ipotesi tutt’altro che accademica alla luce del caos politico transalpino – la Bce resterebbe davvero neutrale, come dovrebbe una banca centrale “pura”? Ne dubito.

La lezione della crisi dei debiti sovrani è lì a ricordarci che la moneta unica regge solo se l’Eurotower interviene, piegando di fatto la propria missione alla sopravvivenza dell’eurozona. La verità è che l’indipendenza monetaria in Europa è un mito buono per le conferenze. La realtà è che, con l’avvio del nuovo ciclo di reflazione globale, anche l’Europa finirà per adeguarsi – a modo suo – alle scelte di Washington.