Droni su sottomarini nucleari, l’artiglieria francese li abbatte: l’ombra del Cremlino

Sailors prepare a French Rubis-class submarine at the Toulon naval base in southern France, Monday, April 15, 2024. The nuclear powered submarine will be guarding France's Charles de Gaulle aircraft carrier during training exercises dubbed Neptune Strike in the Mediterranean with the 32-nation NATO military alliance. (AP Photo/Daniel Cole) Associated Press/LaPresse

Il 4 dicembre, intorno alle ore 19.30, diversi droni hanno sorvolato la base sottomarina dell’Île Longue, nella rada di Brest. In questo lembo di terra nel Finistère, a nord della Francia, sono ospitati ben 4 sottomarini nucleari armati con missili balistici M51. Le Triomphant, Le Téméraire, Le Vigilant e Le Terrible, questi i loro nomi di battaglia.

Nei fondali dell’Oceano Atlantico, almeno uno dei quattro sommergibili è sempre in pattuglia. L’Île Longue è a tutti gli effetti riconosciuta come una – se non la – roccaforte della Repubblica di Francia. Fu proprio del generale Charles De Gaulle, nel 1965, la scelta di trasformare la penisola in un sito militare. Dal 1970, è la base operativa della Forza Oceanica Strategica, pilastro dei programmi militari francesi. Un paio di sere fa l’imprevisto: i sorvoli sull’intera zona sono proibiti, ma nei radar dei gendarmi della Marina compaiono cinque velivoli senza pilota non identificati. La risposta del battaglione dei fucilieri non si fa attendere: si sparano diversi colpi anti-droni. “Non ci si avvicina impunemente all’epicentro della deterrenza nucleare francese”, usa parole dure Le Figaro, in sostegno alla scelta dei militari di aprire il fuoco.

È ormai sempre più evidente che il clima in Europa stia cambiando, e divenendo teso. Negli ultimi mesi tra cyberattacchi ai software utilizzati dalle compagnie aeree per fare i check-in, interferenze sui sistemi GPS o ancora, sorvoli di droni – ora in Francia, ma poche settimane fa negli spazi aerei danesi e polacchi – è impressionante (e spaventoso) come le minacce ibride si siano moltiplicate. Non occorre esser particolarmente perspicaci per comprendere che – dietro a tali attacchi – è assai probabile che vi sia la mano del Cremlino. La Russia del Presidente Vladimir Putin è maestra nella strategia ibrida, e non è mistero che ne abbia intensificato i mezzi da quando, ormai quattro anni fa, ha iniziato l’aggressione militare all’Ucraina.

Addirittura, ora Mosca sfiderebbe Parigi, svolazzando con i droni sopra una delle basi militari più importanti della Francia, Paese – che va ricordato – è membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Allora, si potrebbe trarre una conclusione: non è più una questione di confini, ma di appartenenza. Che siano le coste baltiche o le coste atlantiche, ogni luogo può esser oggetto di attacco. Estote parati, europei.