Il 4 dicembre, intorno alle ore 19.30, diversi droni hanno sorvolato la base sottomarina dell’Île Longue, nella rada di Brest. In questo lembo di terra nel Finistère, a nord della Francia, sono ospitati ben 4 sottomarini nucleari armati con missili balistici M51. Le Triomphant, Le Téméraire, Le Vigilant e Le Terrible, questi i loro nomi di battaglia.
Nei fondali dell’Oceano Atlantico, almeno uno dei quattro sommergibili è sempre in pattuglia. L’Île Longue è a tutti gli effetti riconosciuta come una – se non la – roccaforte della Repubblica di Francia. Fu proprio del generale Charles De Gaulle, nel 1965, la scelta di trasformare la penisola in un sito militare. Dal 1970, è la base operativa della Forza Oceanica Strategica, pilastro dei programmi militari francesi. Un paio di sere fa l’imprevisto: i sorvoli sull’intera zona sono proibiti, ma nei radar dei gendarmi della Marina compaiono cinque velivoli senza pilota non identificati. La risposta del battaglione dei fucilieri non si fa attendere: si sparano diversi colpi anti-droni. “Non ci si avvicina impunemente all’epicentro della deterrenza nucleare francese”, usa parole dure Le Figaro, in sostegno alla scelta dei militari di aprire il fuoco.
È ormai sempre più evidente che il clima in Europa stia cambiando, e divenendo teso. Negli ultimi mesi tra cyberattacchi ai software utilizzati dalle compagnie aeree per fare i check-in, interferenze sui sistemi GPS o ancora, sorvoli di droni – ora in Francia, ma poche settimane fa negli spazi aerei danesi e polacchi – è impressionante (e spaventoso) come le minacce ibride si siano moltiplicate. Non occorre esser particolarmente perspicaci per comprendere che – dietro a tali attacchi – è assai probabile che vi sia la mano del Cremlino. La Russia del Presidente Vladimir Putin è maestra nella strategia ibrida, e non è mistero che ne abbia intensificato i mezzi da quando, ormai quattro anni fa, ha iniziato l’aggressione militare all’Ucraina.
Addirittura, ora Mosca sfiderebbe Parigi, svolazzando con i droni sopra una delle basi militari più importanti della Francia, Paese – che va ricordato – è membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Allora, si potrebbe trarre una conclusione: non è più una questione di confini, ma di appartenenza. Che siano le coste baltiche o le coste atlantiche, ogni luogo può esser oggetto di attacco. Estote parati, europei.
