Due anni in meno ‘grazie’ al Covid, la Corea del Sud cancella il furto della pandemia e ringiovanisce la popolazione

A woman gets swabbed for mass COVID test, Monday, May 30, 2022, in Beijing. (AP Photo/Ng Han Guan)

Esisteva nel mondo lo strano caso di Benjamin Button, in Corea del Sud si nasceva già con un anno di età. È di questi giorni un interessante proposta del governo della Sud Corea che allinea alla maggior parte degli altri sistemi il computo degli anni dei propri concittadini. I sudcoreani grazie a questa modifica legislativa risulteranno ora due anni più giovani di quanto non accadeva col vecchio computo.
Due anni. Il tempo delle restrizioni Covid.

Da qui nasce l’idea di alcuni visionari legislatori di combattere la pandemia non soltanto, come necessario, sotto il profilo medico scientifico, ma anche dal punto di vista culturale. Il Covid non ha solo mietuto milioni di vittime, ma anche cambiato abitudini di vita, modificato i nostri ritmi, inciso (non sappiamo in che modo e con quali conseguenze) sulla crescita dei nostri figli. Combattere il Covid significa reagire anche a tutto questo, significa non accettare supini che quei due anni ci siano stati scippati.

Penso quindi ad una proposta che non è né shock né sciocca: riportare anagraficamente le lancette dei nostri concittadini indietro nel tempo in modo da superare definitivamente quella terribile parentesi.
Mi aspetto già la reazione di qualche Solone che si appiglierà a qualche valore universale posto (magari in Costituzione) a tutela dell’esatta commisurazione del tempo e, conseguentemente, dell’impossibilità di attuare in concreto questa proposta, o chi si appellerà ai problemi relativi al compito della pensione o del rilascio di chissà quale autorizzazione o altro.

Sembrava impossibile sconfiggere il Covid, ma lo abbiamo fatto; con un po’ di creatività ingegno e volontà riusciremo a vincerlo anche culturalmente.