È morto Nik Spatari, artista di valore internazionale, architetto, scultore, pittore, e creatore del Musaba, un parco artistico culturale, che oggi è meta di visite di scolaresche, di studiosi dell’arte, di semplici visitatori che vengono da tutta le parti d’Italia e dall’estero. Negli anni Cinquanta e Sessanta aveva vissuto a Parigi, era diventato amico di Picasso e aveva frequentato Sartre e Jean Cocteau. La Calabria piange la sua morte.
Rappresentanti delle Istituzioni, giornali, prefetti e questori. Tutti dichiarano e piangono per questo grande artista morto povero. Per Nick, gigante buono, che, insieme ad Iske, la sua compagna olandese, ha passato l’intera esistenza a creare bellezza nella Locride. Nessuno però ricorda – o vuole ricordare – quando è stato arrestato come un delinquente. Secondo il dottor Gratteri, che in qualità di Pm chiese il mandato di cattura Nick, avrebbe dovuto essere custodito in carcere insieme ad Iske.
Se non erro per Nik sarebbe stata una seconda carcerazione. Già una volta era stato arrestato per aver “rubato” pietre e poi prosciolto. Comunque, almeno in tale occasione, il Gip attenuò la misura chiesta da Gratteri e concesse gli arresti domiciliari. Meno afflittivi ma, come disse Pasquino Crupi, (l’unico giornalista a protestare per l’assurdo provvedimento) “sempre arresti sono“. Qualche tempo dopo anche Pasquino, a cui oggi è dedicato il Palazzo della città metropolitana, venne toccato dalla giustizia ingiusta.
Nick ed Iske furono accusati di reati gravissimi: tentata truffa, corruzione, violazioni fiscali. Tutti evaporati come acqua marina sotto il suolo. I più fecero finta di non vedere. Non così il vescovo di Locri Carlo Maria Bregantini che poco tempo dopo l’arresto andò ad inaugurare i forma solenne il Musaba dimostrando a tutti che si Nick aveva realizzato un luogo di incredibile bellezza e non una truffa. Oggi, com’è giusto, la Calabria piange la morte di un artista di fama internazionale. Sarebbe giusto però non usare parole di circostanza e non scadere nell’ipocrisia altrimenti si uccide Nick una seconda volta. Nessuno dovrebbe rimuovere i giorni della vergogna. Sarebbe opportuno ricordare che s’è tentato di uccidere un grande artista con l’uso scellerato delle manette. Questo è il nostro modo di ricordarti caro Nick, chiedendo a tutti di riflettere sulla tortura a cui sei stato sottoposto.
E domandando a tutti come potrebbe rialzarsi la Calabria se il suo più grande artista è stato arrestato da innocente, se il più importante industriale (Mauro caffè) rovinato dagli arresti e da un processo durato 15 anni e concluso con la completa assoluzione, se il sindaco più famoso, Mimmo Lucano, dopo l’arresto preventivo, è ancora sotto processo? Il vescovo più importante ed amato, Bregantini, costretto a lasciare la Calabria perché “amico dei mafiosi”. Un solo conforto: di Nick Spatari si parlerà ancora e per molti anni ed il Musaba è sopravvissuto e sopravviverà all’azione distruttiva di quei famosi Pm che, come gli americani nel Vietnam, e prima ancora i romani ai tempi di Tacito, vorrebbero fare della Calabria un deserto per poi chiamarlo pace.
